La scoperta della luce elettrica
Nonna M.
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Seduti ai tavoli all’aperto di un caffè nel Viale della Vittoria ad Agrigento da cui si gode un bellissimo panorama, eravamo gli alunni della IV e V elementare nell’anno 1939.
L’unica gita scolastica che ci ha permesso di visitare i Templi e di vedere il mare, di cui avevamo tanto sentito parlare. E la visita ha superato la nostra immaginazione!
Il percorso per raggiungere Agrigento è stato lungo: Montedoro, Racalmuto, Castrofilippo: allora non c’era la rotabile per Campofranco e neppure la Galleria di Passu Funnutu (passo profondo).
La sera dunque al caffè ci hanno offerto una granita, ma lo scopo della gita era di farci vedere l’illuminazione elettrica, tanto che ci hanno avvertiti di non fare esclamazioni di stupore quando si sarebbero accese le lampadine lungo il Viale.
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Girgenti (Agrigento) viale della Vittoria
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A Milena allora c’era il lume a petrolio non solo in casa, ma anche nelle vie principali c’erano i lampioni (alcuni mi pare si trovano in versione elettrica a Robba Gannuolfo).
I lampioni venivano accesi da Rosalia Alfano (la callarara) e Antonio Vittorioso detto “u napulitanu” perchè veniva da Napoli. La sera, uno dei due con una scala a pioli in spalla ed il bidoncino (lanna) di pertolio riempivano i lumi e l’accendevano. Questi si spegnevano da soli perchè la quantità di petrolio che mettevano era quella prevista per durare solo tutta la notte.
L’accensione delle lampadine ci portò una grande impressione e ci fece immaginare quanto sarebbe stato bello e moderno il nostro paese quando anche lì sarebbe arrivata la luce elettrica. Anche lì perché nei paesi vicini, come in quello di origine della mia Mamma, la luce elettrica c’era già da tempo.