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Correva l’anno 1875: Gli Scienziati a Girgenti

5 Novembre 2015 //  by Elio Di Bella

La Sicilia cattolica 19 settembre 1875 numero 209 anno ottavo pag.3 .

Girgenti 10 settembre 1875,    Io vi narrai l’arrivo in questa di qualche onorevole deputato che prevenne la venuta degli scienziati. Or seguito la scena di ieri e comincio quella di oggi. La sera dunque del nove la piazza Atenea e la pubblica passeggiata erano splendidamente illuminate e a gas, e la musica dello stabilimento goenino e più la militare divertirono coi lor concerti i curiosi fino alle dodici.

Che posso dirvi della illuminazione ? Fu bella, bellissima vel giuro. Ciò non dimanco c’erano non pochi, i quali, sibbene con tanto di occhi splancati, pure avevano le travveggole, essi continuavano a dire che quel bagliore non ci veniva dal gas; ma era da un riverbero dei grandi luminari che si aspettavano. io ne lascio a voi la decisione; ma se volete il mio giudizio son pronto a dimostrarvi, matematicamente, che lo splendore non ci venia dal gas, e molto meno dai luminari, sibbene era un raggio che usciva dalle tasche del povero popolo, il quale ebbe a pagare cara quell’illuminazione, sapete?

Ma cara assai. chi la fa ascendere a lire ventimila, altri a trentamila e quali perfino a quarantamila  compreso, lo si comprende bene, anche il pranzo preparato agli scienziati. Ecco con quali mezzi ci si penetrano i secreti della scienza nei congressi scientifici! Che ne sa di questi secreti quel babbeo di popolo? …

A lui sol tocca servire, pagare, guardare le bocche che mangiano a due palmenti, rodersi l’animo per la stizza, mentre il Municipio gli va cantando

… Io so il mestiere e…

    faccio il mio dovere

         propagando gli ebeti

              Per antidoto al progresso ,

             al mio popolo ho concesso

                di non saper leggere

   (                   Educato all’ignoranza

           serva, paghi e me ne avanza:

            regnerò con comodo

         (Giusti: primo congresso dei dotti)

Fin qui la scena di ieri. Stamattina poi verso le sette arrivarono gli scienziati fra i quali il ministro di pubblica istruzione Ruggero Bonghi, monsieur e mademoiselle Renan. Si andò alla cattedrale per ammirare il sarcofago, il quadro di Guido Reni, altre antichità e magnificenza tutta della nostra chiesa madre.

Renan volle eziando  visitar la biblioteca e ne restò contentissimo, sebbene qualcuno avrebbe voluto mostrargli fra le altre opere, anche il Freppell “Esame critico della vita di Gesù, scritta da Ernesto Renan”; l’Arnaldi “Confutazione della vita di Gesù del professor E. Renan”; il Caroli “La vita di Gesù di E.Renan esaminata”; il Lebon ” Le bestemmie di Renan che giace a Roma”; il Centurione “Alcune prove della divinità Gesù Cristo contro le empie asserzioni di Ernesto Renan”; il Nicolas “La divinità di Gesù Cristo, nuova dimostrazione ricavata dalle ultime impugnazioni dell’incredulità”; il Perrone “De divinitate Jesu Cristi”; il Vinard ” Vie de N.S. Jesu Christe selon les quatre textes reunis de l’Evangile”.

Anzi qualche linguaccia affilata ( e ve ne ha di molte ai dì nostri) si lasciò scappare che sarebbe stata convenevol cosa e giusta gettargli da un qualche verone, mentre ei passasse, la opera di lui lacerata minutamente, per così Girgenti manifestare l’attaccamento e la fede alla divinità di N:S:G:C: Ma niente di tutto ciò verificossi e contentaronsi di presentargli, fra le altre cose il decimo volume di una magnifica edizione di una Divina Commedia di Dante, cioè a dire l’Inferno. Il ministro Bonghi frattanto visitava le regie scuole, i convitti e quanto lo riguardava, e notò sensibilmente la differenza che vi era tra questi e quello che diretto dalle suore di Carità. Dopo tutto ciò partirono pel pranzo, che gli era stato preparato vicino al tempio di Giove Olimpico. Io avrei meglio scelto, se stato ci fosse, il tempio di Bacco! ed eccocci al compimento del dramma, anzi alla catastrofe della tragedia. Io non fui presente a quella scientifica scorpacciata, perché sono uomo pacifico io, ed ove odo rumore, io volgo altrove; ma mi assicurarono che non mancò alcuno in quel benedetto luogo, e che i più timidi spuntarono lì la tavola. Le vittime furono un vitello con tutte le …,un centinaio di polli e più ancora di bottiglie di vermout, cognac, champagne, curacao e di vino siciliano e di quello che avvertasi alle ciglia.!

E poi tante altre cosarelle che fecero leccare le unghia. Quando poi si ebbe mangiato ben e bevuto meglio, il ministro Bonghi fé un discorsino sull’eccezionale gentilezza e civiltà dei Siciliani. Noi lo ringraziamo di cuore e lo scongiuriamo a voler manifestare queste grandi verità, quando sarà fra coloro che ci dicono barbari e ci vogliono sottomettere a leggi eccezionali.  L’indomant partirono tutti, lasciando noi in un mare di guai!

Giuuseppe Russo

Categoria: Agrigento RaccontaTag: agrigento

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