Falcone Piero (caposquadra), Randisi Domenico, Galluzzo Pietro, Campisi Raimondo, Scaglione Michelangelo. Dulcimascolo Rino, Bobbio Michele, Porrello Francesco: questi gli otto ragazzi della scuola Media Inveges (nella foto) di Sciacca che parteciparono al gioco televisivo « Chissà chi lo sa « presentato da Febo Conti e diretto da Cino Tortorella. Sfida tra due squadre di sei o sette ragazzi ciascuna, provenienti da due scuole medie italiane, che gareggiavano nel rispondere alle domad proposte dal conduttore. Il premio per la squadra vincitrice era costituito da un’enciclopedia, assegnata alla scuola di provenienza della squadra vincitrice. La scuola vincitrice si ripresentava nella puntata successiva per una nuova sfida con un’altra scuola.
Il gioco televisivo cominciava con l’ingresso delle squadre annunciato dalla frase “Squillino le trombe, entrino le squadre”. La prima puntata andò in onda il 30 settembre 1961 e il programma ebbe un tale successo da essere riconfermato per 13 stagioni consecutive, fino al 1974, divenendo una delle trasmissioni più longeve della Rai. Durante il periodo di “Chissà chi lo sa” era attivo per la Rai l’Indice di Gradimento: questa trasmissione raggiunse il valore elevatissimo di 84,7 come gradimento generale. Questo enorme successo comportò un numero di richieste di partecipazione da parte delle scuole italiane che superò in alcuni anni il tetto delle 20000 domande.
Nel corrso della trasmissione c’era l’intervento di alcuni ospiti come Fabrizio De André ,Arthur Brown , Herbert Pagani, Gino Bramieri, Paolo Villaggio, Nada,Gianni Morandi, Rita Pavone, Mina e il premio Nobel per la letteratura Salvatore Quasimodo.
I ragazzi di Sciacca erano guidati dal Preside Prof. Galluzzo che li ha aiutati, guidati, sorretti moralmente e materialmente, paziente, tenace, paterno con tutti
Ad un cronista i ragazzi di Sciacca dissero: « Andremo a Milano per difendere il buon nome di Sciacca, delle Sicilia, della nostra Scuola. Voleremo da Palermo a Milano per conquistare una bella vittoria! »
Il meccanismo della gara prevedeva un torneo all’italiana, cioè tutti contro tutti, tra le cinque formazioni sopravvissute alle fasi preliminari a venti squadre, una per regione.
Partiti carichi di speranze, di carrettini siciliani, di ceramiche, di ceste di arance, di rami di mandorlo in fiore, di vittoria in vittoria sono arrivati alla semifinale nell’edizione del 1966/67. Al loro ritorno era sempre un piccolo trionfo.. I ragazzi di Sciacca era diventati dei personaggi: non solo i compagni di scuola e i docenti, ma tutta la popolazione e la stampa locale, la giunta comunale, e anche il pubblico televisivo di tutta la provincia di Agrigento e delle città della Sicilia si interessava e li seguiva con simpatia e ansia per i risultati.
Sconfitti solo dai ragazzi della scuola statale “Lucio Bruno Vassena” di Valmadrera (provincia di Como allora oggi di Lecco) che poi in finale vinsero il titolo

Elio Di Bella