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Chiesa dell’Addolorata ad Agrigento

12 Febbraio 2016 //  by Elio Di Bella

addolorata

Chiesa dell’Addolorata

Sorge all’estremo limite della città di Agrigento. Venne costruita nel 1656. Si tratta di una piccola chiesa, ad unica navata, con un grazioso prospetto di stile dorico ornato di triclini si nel frontone; nella parte superiore si vede il campanile ornato da tre di collette, una grande con piccole paraste e capitelli corinzi e front uncino, e due piccoli laterali, con tre campane fatte fondere verso il 1960.

La porta d’ingresso è sormontata da una decorazione barocca che la lega al davanzale della soprastante finestra centrale.

Nell’interno: l’altare maggiore tre altari per lato, con le seguenti tele: 1) Maria Santissima Maria Maddalena, 2) caduta di Gesù sotto la croce ed incontro con la Madonna,, ) Gesù al tempio, dal lato Vangelo; dall’altra epistola, invece, si vedono 1) sacra famiglia, 2) presentazione di Gesù al tempio, quadro ben fatto, opera di Domenico Provenzani senior  3) la deposizione. Tutte le altre tele sono della scuola del Provenzani.

Sotto l’altare maggiore, si vede una copia di una celebre deposizione, eseguita da pelle politi, figlio del valoroso pittore siracusano Raffaele.

Sull’altare maggiore sta la statua della Madonna Addolorata, opera del Quattrocchi, valoroso intagliatore del quale esistono lavori in quasi tutta la Sicilia. Filippo Quattrocchi nacque Gangi, l’8 ottobre 1734 da Gandolfo e da Rosalia Nicosia, e morì ad 84 anni nel 1818, come scrive il naselli. Alcune opere di questo artista risultano dipinte da Vito D’Anna, come la statua della Madonna del Rosario e quella di San Domenico in Gangi. La statua dell’Addolorata di Agrigento – che è stata sapientemente restaurata dallo scultore agrigentino Calogero Cardella – e molto venerata dal popolo; accompagna quella di Gesù Nazzareno della cattedrale, la mattina del venerdì Santo, mentre la sera dello stesso giorno, va dietro l’urna dove trovasi deposto Gesù Cristo.

Nella chiesa dell’Addolorata ha sede una fiorente confraternita, i cui capitoli vennero approvati con bolla del 1685, ed ancora nel 1721.

I confrati vestono una tunica nera con un drappo fissato al capo con una corona di spine; l’emblema della confraternita una grande croce con certe spade di argento: i sette dolori di Maria vergine.

La confraternita – che l’inizio del secolo aveva per superiore l’avvocato Pietro a Berna – è stata sempre retta da persone spiccate di ingegno; fra esse cito il commendator Emanuele Montana e l’avvocato Gerlando Costa.

Alla chiesa dell’Addolorata che ricade nel distretto della parrocchia di Santa Croce, dedicò fino alla sua morte, le più amorevoli cure il rettore saggio sacerdote . Lauricella, il popolare padre Binuzzo notissimo per la sua dinamicità e la sua squisitezza. Di fare.

Adesso successe, nel 1958, il canonico Francesco Russo.

Nella prima domenica di luglio, gli agrigentini hanno come meta questa chiesa, nella processione del simulacro di San Calogero, il santo più popolare non solo della città, ma anche di tutto l’agrigentino, al quale viene dedicato un solenne tradizionale festino.

di Alessandro Giuliana Alaimo in L’amico del Popolo del 14 agosto 1966

Categoria: Storia AgrigentoTag: agrigento storia

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