Il cavallo siciliano un tempo, e quando in questa isola la greca civiltà fioriva, formava l’oggetto di altissima ammirazione, e si teneva in grande pregio e vanto , per modo che tutta l’Europa se ne forniva, trovandolo molto atto per l’uso cavalleresco, e bello. Esso in allora proveniva dal tipo arabo . Generalizzato il merito, addivenne oggetto raro per modo che giunse a prezzo rilevante , e fortunato credevasi chi ne possedeva segnatamente della razza diAgrigento.
Per quanto è brioso, agile, resistente alla fatica, altrettanto è mansueto e docile , affabile col suo padrone di cui esso conosce la voce, le carezze, ed esegue ogni volere : ė incapace di offenderlo , anzi con dei modi scherzevoli lo carezza , e lo teme in ogni riscontro. Studiandolo nel suo andamento, possiede un istinto molto provetto, ciocchè si deduce bene dal vederlo scansare i pericoli, dalla reminiscenza di talune impressioni care o discare, e nel distinguere la voce del padrone, ed anco il modo speciale di essa, cioè se dolce o minacciosa . Nello stesso tempo irruisce contro chi cerca arrecargli del male, e sopra ogni altro, distinguendo la mano estranea che lo guida, non si lascia defaticare, non ubbidisce, e si mostra pigro ed indolente . Esso ha una somma di forza sorprendente, sostenendo bene i più laboriosi lavori, la lunga corsa , ed i viaggi strapazzosi con la più grande intrepidezza. Costituiscono la sua bellezza , oltre la testa ben fatta , asciutta e bene appiccata, gli occhi sinceri e grandi, le orecchie piccole, il collo proporzionato ed inarcato , il corpo proporzionatamente lungo e molto ben fatto , col dorso leggermente ricurvo, la groppa rotonda e larga, il petto largo, l’addome cilindrico ; gli appiombi nella loro giusta direzione, asciutti, con unghie pro porzionate alla mole del corpo, e liberi in tutti i movimenti delle articolazioni; quella tale apparenza di garbo e di nesso in tutte le parti, quel portamento orgoglioso e fiero, quel pavoneggiamento tutto proprio con modi e movimenti leggiadrissimi, e quel modo di andatura piacevole.
Si accoppia in esso la giustezza delle proporzioni, l’aggradevole nesso delle forme esteriori, la somma della forza, e la energia vitale da renderlo brioso e vivace.
Di questi cavalli cosi belli e leggiadri, in atto, non più se ne trovano in Sicilia, e fin d’allora mancano, che furono le razze distinte totalmente distrutte ; fin d’allora che prevalse negli allevatori la mania d’introdurre il tipo inglese o quello di altri paesi nordici, e fin d’allora quando il guadagno momentaneo cominciò a prevalere ai lauti vantaggi posteriori. Per quest’ultima ragione si è trascorso persino all’incredibile.
In tutta l’isola si vedono i puledri di un anno, quantunque provenienti da genitori comuni, portare una somma di caratteri distintivi , da ripromettere una buona riuscita, e da far ricordare il primitivo tipo siciliano.
A venti mesi e due anni li sottopongono alla fatica , spesso laboriosa, perlocchè a cinque e più anni non si riconoscono più in essi le belle fattezze ed i contorni dell’età più tenera, venendo deviati nell’estremità , arrestati nel normale sviluppo, e portano tutte quelle deformità che la fatica troppo precoce suole accagionare. Fattone il paragone sembrano sulle due età differentissimi di patria, di origine, di tipo, mentre è lo stesso individuo, tanta è la potenza mal diretta della domesticità .
Da questo procedimento, affatto contrario alle leggi naturali e fisiologiche, consegue che la popolazione equina, trovandosi sfruttata e deperita all’epoca della pubertà, e non bene sviluppata, non può dare buona produzione di figliatura, perciò va sempre più degradandosi .
Gli equini in Sicilia , ove fossero migliorati, ove venisse rigenerato il tipo primitivo, formato nei tempi andati, con tanta costanza ed avvedutezza dagli Agrigentini e dagli Emiri coll’elemento arabo, riprenderebbero quel vanto e pregio che avevano. Essi hanno attitudine spiccata al servizio di sella, resistono alla fatica laboriosa, al clima caldo come al freddo, e sono frugali nell’alimentazione. Hanno altresì attitudine al tiro leggiero. Inoltre, per essere di temperamento sanguigno e sanguigno- nervoso, e per la condizione del misto organico acquistata per la speciale influenza climatologica, geologica ed alimentare, non vanno predisposti alla morva ed alla bolsaggine, malattie che decimano annualmente i cavalli di truppa di altri paesi. Per questa condizione sarebbero preferiti per rimontare l’esercito nazionale , segnatamente lui cavalleria leggera, e così la Sicilia come il Governo, ne caverebbero vantaggi positivi.