Aleksandr Brullov, architetto russo, visitò la Sicilia nella prima metà dell’Ottocento.
Secondo Brullov, le antichità erano vive finche suscitavano sensazioni sublimi. Ecco le sue parole sulle rovine di Agrigento : “Mi fermai nel Tempio di Giunone Lucina, costruito su un’alta colle. La sera fu meravigliosa; il sole era già tramontato da un bel po’; da una parte si vedeva il mare, dall’altra, le altezze della nuova Girgenti, davanti a me giacevano le rovine di alcuni templi, una fila di sepolcri e su tutto ciò si distendeva un velo di silenzio assoluto. Su che altro se non su questi vetusti avanzi di bellissima architettura si riverberava il sogno della gloria passata di Agrigento? In quell’istante avrei voluto chiedere tutti i viventi: chi è più felice di me ora? Ero sicuro di non averne un rivale. Se me ne chiedeste però la ragione, sarei costretto a confessare: non lo so”.