Nel 1890 vennero pubblicati i risultati di un’inchiesta sulle condizioni sanitarie dei lavoratori della terra in Italia. Inchiesta parlamentare condotta da Agostino Bertani.
Un capitolo è dedicato alle condizioni delle abitazioni dei lavoratori della terra giacchè le condizioni abitative “contribuiscono a diffondere e a rendere più micidiali, per questa classe, le malattie dipendenti da cause naturali, e quali fossero per sè stesse causa di malattia”. Si considerava che “l’abitato in genere nei loro rapporti colla popolazione e col terreno, in quanto può essere inquinato; la nettezza così della casa come delle persone” vanno tenuti presenti per capire la diffusione delle malattie in un territorio.
“Esaminando le case per ogni singola provincia, nelle loro condizioni più essenziali, osserveremo il tipo della costruzione, la capacità delle stanze rispetto al numero delle persone che vi sono ricoverate, l’esito dei rifiuti animali, la connessione della casa colle stalle e coi letamai, la nettezza interna e quella dell’abitato – si spiega nell’inchiesta – Diremo poi se l’abitato sia munito di fogne, intendendo con questa parola un sistema di canalizzazione che riceva e trasporti non soltanto le acque piovane, ma anche le acque di rifiuto dello case, e mantenga purgato il sottosuolo. Era importante segnalare questa circostanza, poiché un gran numero di paesi sono abitati dai contadini e per gli altri le comunicazioni molteplici e frequenti che vi sono tra essi e le campagne non permettono di trascurare una condizione sanitaria che può avere sulla popolazione agricola sinistri riflessi”.
Riguardo alla provincia di Girgenti, intorno alle condizioni delle case dei lavoratori della terra, leggiamo:
“GIRGENTI. — Le poche case sparse che esistono in questa provincia sono in maggior parte costituite dal solo pianterreno; i contadini abitano, nei paesi, in tuguri che hanno un solo piano o due. La capacità delle stanze è sempre insufficiente: d’ordinario sono piccole stanze di 48 m. c., in cui abita un’intiera famiglia. Si comprenderà come fino a dieci persone possono adattarsi in ambienti così angusti, se si riflette che non hanno letti, ma dormono sdraiati per terra. La stalla fa sempre corpo con la casa, dove esiste; ma più di frequente una sola stanza serve a tutti gli usi. I concimi si conservano nelle stalle, e se qui è la parte abitata, si vedono ammucchiati presso il letto. Le case sono sempre squallide, cadenti, e nell’interno oltremodo sporche. Si può dire che non vi è nettezza pubblica; le immondizie che si gettano continuamente dalle finestre e la permanenza degli animali nella via riducono il paese in uno stato che desta ribrezzo. Se ne togliamo le vie principali di Girgenti, di Bivona e di S. Margherita di Belice, non vi sono fogne in nessun luogo; in sette paesi soltanto vi sono scoli per le acque piovane”.