Dopo oltre settant’anni Americani e Inglesi continuano a “sbarcare” a Licata e a Porto Empedocle,
come i loro padri e i loro nonni nel luglio del 1943 quando cacciarono i nazi-fascisti dalla Sicilia. Sulle tracce dei loro parenti questi particolari turisti vanno alla scoperta dei luoghi dello sbarco.
Li accompagna in questo richiesto tour Luigi Falletti, un profondo conoscitore di queste storiche località.
“Accompagno americani e inglesi che vogliono vedere i luoghi dove combatterono i loro padri o i loro nonni. Tra gli italiani i più interessati sono i soci delle associazioni d’arma, ex carristi, ex artiglieri, ex paracadutisti”, dice Falletti.
Cosa si visita durante questo tour ?
“Si visita Licata, in particolare Torre di Gaffe, dove troviamo i resti di una postazione Flak, cioè una postazione di contraerea tedesca, ed il basamento in cemento armato di una postazione radar del genere wurz iurg. Visitiamo i rifugi antiaerei in via Marconi e la mostra divulgativa del gruppo archeologico Finziade sullo sbarco e sulle postazioni italiane di contenimento con diverse foto. Nel chiostro della Chiesa di Sant’Angelo c’è invece un piccolo museo sui cimeli dello sbarco anglo-americano donati da cittadini con taniche, metal detector, bossoli, divise, resti di attività militare sul territorio ecc.”.
Il gruppo si dirigendosi poi lungo la statale 115 si reca in contrada Conca Ginisi, nel sito dove c’era la pista di atterraggio realizzata prima dai tedeschi e conquistata e utilizzata poi dagli americani. “ Visitiamo quel che resta dell’aeroporto militare di Licata, nato come pista di emergenza che la regia aeronautica diede in comodato d’uso ai tedeschi. Al momento dello sbarco fu uno degli obiettivi primari degli americani che lo occuparono e utilizzarono per i cacciabombardieri. Qui operò anche il gruppo caccia formato da piloti di colore americani, che furono uno straordinario gruppo di copertura. Questi racconti e la visita del luogo affascinano molto i partecipanti al tour”, aggiunge Falletti
Non manca una visita approfondita nel porto di Licata che venne utilizzato dagli Alleati in maniera massiccia. “Vi si trovava un cannone ferroviario italiano, che venne però distrutto durante le ore dello sbarco dagli stessi italiani per sbaglio. Un altro cannone ferroviario si trovava in contrada Caos a Porto Empedocle” precisa la guida
Proseguendo nel viaggio il gruppo di turisti raggiunge l’azienda della famiglia Lumia dove c’è la jeep lasciata qui dal celebre generale americano Patton per compensare la famiglia licatese a cui era stata sequestrata in quei mesi l’auto dalle truppe anglo-americane. In questa azienda, che produce vini, è stato allestito un altro piccolo museo perché la famiglia Lumia ha un esperienza molto forte dei giorni dello sbarco. “Andando poi verso Gela e incontriamo una serie di fortini. Durante il viaggio illustro le varie caratteristiche di questi presidi difensivi –spiega Falletti – La statale 115 è quella che sostanzialmente hanno percorso le truppe americane ”, conclude
aeropista alleataNon possiamo concludere senza ricordare che un altro dei luoghi più richiesti dagli stessi visitatori è Passofonduto dove dal 17 al 19 luglio 1943 si svolse un accanito contrasto armato tra un reparto di artiglieria italiano e quello nemico. Gli italiani respinsero ben tre assalti prima di capitolare. In uno dei tour guidati da Luigi Falletti un reduce di quella battaglia ha raccontato quella indimenticabile esperienza bellica, sottolineando che non è vero che i soldati italiani fuggirono all’arrivo degli Americani ed è storicamente vero piuttosto che tentarono coraggiosamente in più occasioni di resistere.
Elio Di Bella