Terra Vecchia Ovest
Il centro storico di Agrigento risulta diviso in direzione nord-sud dalla via Bac Bac, antico tracciato di probabile origine islamica, che individua due parti ben distinte denominate rispettivamente Terra Vecchia ad occidente e Terra Nuova ad oriente.
L’area della Terra Vecchia, che è quella di più antica formazione, è stata divisa strumentalmente in due parti: Terra Vecchia est e Terra vecchia ovest.
La Terra Vecchia ovest risulta delimitata a nord dalla via Duomo (320 m.l.m.), da piazza Don Minzoni e dall’ex Steri Chiaramontano risalente al XIV secolo, oggi Palazzo Vescovile; ad ovest, dalla via Recinto Oblati; ad est da via Orfane e via Raccomandate; a sud da via Pietro Nenni (235 m.slm). Tale ambito presenta una struttura insediativa complessa, consolidatasi nell’alto medioevo in cui, a livello planimetrico, è ancora leggibile l’impianto urbano di derivazione islamica. I grandi isolati di forma irregolare, collegati tra loro da un variegato sistema di percorsi e di scale, solitamente presentano luminosi cortili interni e lussureggianti giardini pensili.
Il patrimonio edilizio dell’area è costituito da diversi edifici specialistici, sia ecclesiastici che civili, quali il Seminario Vescovile, che fa da sfondo alla via Duomo, uno dei più importanti assi viari della città; la chiesa di San Giorgio (sec. XII); la chiesa di San Giacomo (sec. XVII-XVIII); l’ex Istituto Gioeni, costruito nel Settecento come centro di servizi socio-assistenziali e inserimento dei diseredati nel tessuto sociale ed economico; la Casa Gioenina (sec. XVIII); l’ex distretto militare (sec. XIX); oltre ad una serie di palazzi e palazzetti unifamiliari e plurifamiliari. Tra questi ricordiamo fra i più importanti palazzo Pancamo (sec. XVIII-XIX), palazzo Portolano (sec. XIX), palazzo Bonfiglio (sec. XIX) e villa Svettini (sec. XX). L’edilizia minore invece, è costituita, prevalentemente, da case a schiera e a pseudo-schiera, aggregate intorno ad articolati cortili e a vicoli dall’andamento quanto mai irregolare.
Sono presenti nell’area il Museo Diocesano, ospitato in un edificio moderno che fa da fondale alla piazza Don Minzoni e due strutture turistico-ricettive. L’analisi tipologica del patrimonio edilizio esistente, la rete e la qualità degli spazi aperti, lo studio sulla consistenza e lo stato di conservazione degli edifici, l’indagine sulle attrezzature e i servizi presenti hanno consentito di definire alcune indicazioni progettuali e nuove destinazioni d’uso, compatibili con la salvaguardia dei valori storici e architettonici delle strutture edilizie e la scelta di categorie d’intervento appropriate per ogni singolo tipo edilizio e per gli spazi inedificati.
La proposta progettuale, che nel complesso punta a ridefinire il ruolo di questo ambito urbano dalle straordinarie potenzialità, ma attualmente degradato dal punto di vista fisico e sociale, prevede la riutilizzazione del patrimonio edilizio esistente, sia pubblico che privato, attraverso l’inserimento di nuove funzioni, destinando l’ex Istituto Gioeni a sedi dell’Università, e l’edificio dell’ex Distretto Militare a sede per le scuole dell’obbligo (un asilo nido, una scuola materna ed una scuola elementare). Si propone che la Casa Gioenina (secolo XVIII) venga destinata a un centro socio-culturale aperto anche allo studio della cultura islamica. Si punta anche alla riqualificazione e valorizzazione degli spazi aperti attraverso la ridefinizione delle pavimentazioni e dell’arredo urbano; in particolare si propone di utilizzare come spazio per eventi all’aperto l’ampia area libera tra il Seminario e l’Istituto Gioeni. Si prevede anche l’incremento di aree da destinare a verde pubblico. Si propone il miglioramento dell’accessibilità e della circolazione pedonale, mediante percorsi meccanizzati consistenti in un sistema di scale mobili da realizzare in alcuni tratti di via Raccomandate; si prevede altresì la realizzazione di piccoli parcheggi, di cui due alberati nei pressi della chiesa di San Giacomo e un’altro coperto da un tetto giardino in via Tommaso Gallo Afflitto.
Terra Vecchia Est
Con il toponimo Terra vecchia viene identificata la parte più antica della città di Agrigento. Questa coincide con l’Hisn (quartiere entro le mura) della città musulmana che si estendeva lungo il versante meridionale del colle di Girgenti degradando dalla cima su cui insisteva il Castello a quota 335 m.slm fino alle mura di mezzogiorno che correvano lungo le attuali via Nenni e piazza Sinatra, a quota 240/255 m.l.m.
L’aera di studio coincide con la metà orientale della Terra Vecchia e confina ad est con la depressione che la separa fisicamente dalla Terra Nuova (via Matteotti, detta anche via Bac Bac ) mentre ad ovest ha il suo limite nella via Raccomandate che, con la via Orfane, costituisce il principale asse nord-sud della città alto medievale.
A differenza della Terra Nuova dove il tessuto urbano è scandito da strade che seguono le curve di livello in direzione est-ovest, nella Terra Vecchia il disegno urbano si presenta labirintico e privo di gerarchie ad eccezione dei tracciati di via Duomo a nord e di via Garibaldi a sud.
Questa area è caratterizzata dalla presenza di molti edifici specialistici (sia civili che ecclesiastici) concentrati prevalentemente nelle due maggiori zone monumentali lungo la via Duomo ed attorno a piazza Pirandello, nonché di palazzi edificati lungo la Ruga Reali e di giardini pensili. Vanno in particolare ricordati il monastero Redentorista con l’annessa Biblioteca Lucchesiana, il palazzo Vescovile e la Cattedrale all’estremità settentrionale, l’ex collegio dei Padri Filippini con la chiesa di San Giuseppe, l’ex convento di San Domenico (oggi sede del Comune) con la chiesa omonima, l’ex convento di Sant’Agostino (Museo Civico in corso di restauro) e l’ex palazzo Pujades su via Orfane. Al centro dell’area si trova inoltre la chiesa di Santa Maria dei Greci, costruita su un tempio greco probabilmente consacrato ad Athena, che è l’unica testimonianza visibile dell’acropoli della città di Akragas.
Mentre le architetture sopra citate sono in buono stato di conservazione o in corso di restauro (tranne palazzo Pujades) sono in pessime condizioni lo splendido palazzo Filippazzo su Salita S. Antonio, l’ex Istituto Zirafa (già palazzo Montaperto), l’ex Monastero e la chiesa delle Raccomandate e l’ex istituto Schifano.
Il patrimonio edilizio minore è costituito prevalentemente da case a schiera e a pseudo schiera, spesso aggregate attorno a cortili. Lo stato di conservazione del patrimonio edilizio e degli spazi inedificati è complessivamente mediocre e sono presenti in alcune zone ruderi e aree di sedime lasciate libere da crolli. Si tratta comunque di un’area abbastanza popolata e ciò ha garantito un minimo di manutenzione sul patrimonio edilizio. Negli ultimi anni si sono registrati alcuni interventi di recupero del patrimonio edilizio minore (anche finalizzati ad un uso ricettivo extra alberghiero) in aggiunta a quelli che hanno interessato il patrimonio monumentale. Le attrezzature ed i servizi presenti nell’area sono prevalentemente di ambito urbano fatta eccezione per la scuola Matteotti che svolge funzioni di scuola materna ed elementare. Per il resto nell’area si trovano alcuni uffici comunali, il teatro Pirandello, il centro d’accoglienza della Caritas e la Biblioteca Lucchesiana.
di Teresa Cannarozzo