La devozione alla Madonna in molti altri paesi della provincia agrigentina è sempre stata così diffusa
e radicata che molte sono le chiese e i santuari mariani innalzati nei vari secoli e nati spesso da tradizioni molto antiche e suggestive che ancora oggi vengono rinnovate con varie feste e celebrazioni.
Ad Agrigento, sorge nella popolare via Garibaldi, una strada dell’antico Rabato, il santuario di Maria Santissima dei sette dolori.
La sua costruzione risale al 1656 ad opera di una congregazione. L’Arciconfraternita Maria SS. Dei Sette Dolori, costituita il 26 marzo 1686, continua ancor oggi a promuovere la devozione a Maria SS. Addolorata ed ha un ruolo molto importante durante la processione del Venerdì Santo quando la statua dell’Addolorata viene portata in processione dai confrati.
A Caltabellotta c’è la devozione verso la miracolosa statua della Madonna dei Miracoli,
scolpita nel 1546, che più volte è stata portata in processione per liberare il paese dalle epidemie o per chiedere il miracolo della pioggia nei periodi di siccità.
A Cammarata invece la Madonna di Cacciapensieri
viene invocata perchè liberi la mente dei devoti da preoccupazioni vane, tormenti e angosce interiori.
A Sambuca la Madonna dell’Udienza
è divenuta la patrona del paese sin da quando nel 1775 ha liberato i Sambucesi dalla peste.
Ad Alessandria della Rocca la Vergine parlò nel 1630 ad una bimba cieca
chiedendole di far saper al popolo di quel paese che desiderava che fosse edificata sulla collina della Rocca una nuova chiesa e vi fosse venerata una statua che si trovava in una grotta vicina. Cosa che puntualmente avvenne e ancora oggi i fedeli di quel paese ricordano il miracolo con una festa.
Verso un’altra bimba a Sciacca la Madonna ebbe compassione
e una notte le si rivelò in maniera miracolosa con un giglio in mano, indicandole il luogo dove voleva si costruisse una chiesa in suo onore. E questa fu l’origine dalla Chiesa della Madonna del Giglio.
La statua della Madonna del Castello di Palma di Montechiaro
fu protagonista di un altro straordinario miracolo. Venne rapita durante una delle sue scorrerie dal pirata Dragut e condotta sulla nave, ma il simulacro divenne così pesante che l’equipaggio dovette riportarlo nel castello per non lasciare affondare la nave. I fedeli di Palma ogni anno ricordano l’episodio recandosi a prelevare la statua dal Castello e portandola in processione sino in paese. Una celebrazione che tra l’altro si attribuisce al duca santo, Giulio Tomasi di Lampedusa.
Come non ricordare inoltre la Madonna del Monte di Racalmuto,
la cui statua, di scuola gaginesca, si conserva dal 1503 in uno splendido santuario che si erge al termine di una scalinata che fa da scenario ad una delle più belle ed animate feste mariane che di celebrano nella provincia agrigentina: la festa della Madonna del Monte.
Il Santuario Mariano Diocesano della Beata Maria Vergine dell’Itria
è la più antica chiesa di Favara. Fu edificata intorno al 1530 per opera della Confraternita di Nostra Signora dell’Itria. All’interno della chiesa, sull’altare maggiore, ricostruito di recente, si nota una pregevole statua lignea della Madonna dell’Itria risalente al XVI secolo verso cui la devozione dei fedeli di Favara è ancora oggi molto forte e diffusa.