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Agrigento Piazza Vittorio Emanuele: note storiche

13 Febbraio 2015 //  by Elio Di Bella

La piazza Vittorio Emanuele, ad Agrigento, nasce nel secolo scorso come piazza d’armi per l’esercito borbonico. Ogni mattina la fanteria e la cavalleria si esercitavano a lungo nei preparativi di guerra. Ma prima di allora era un piano ben poco livellato e ingombro di “stazzuna” cioè dei casolari e dei pagliai dei vasellari e dei contadini. Esso veniva indicato dagli Agrigentini semplicemente come il piano fuori Porta di Ponte e non presentava altro se non la bella e piccola chiesetta della Madonna delle Grazie ed il Calvario. Era delimitato dalla Rupe Atenea che in alto era sormontata dal Convento di san Vito, divenuto successivamente carcere.

Accanto alla chiesetta della Madonna delle Grazie,   nel 1850 venne realizzata la Villa Maria Teresa, che dieci anni dopo prese il nome di Villa Garibaldi. Splendido giardino pubblico adorno di alberi e di bella vegetazione, di statue e di fontane. Ma poco più di un secolo dopo la villa è stata sconsideratamente abbattuta insieme alla chiesetta e al suo posto sono sorti  i moderni palazzi che ancora oggi vediamo.

Nel 1858 venne posta la prima pietra per la costruzione dell’attuale palazzo della Prefettura e della Provincia che era stato realizzato per divenire Ospizio di Beneficenza, ma che venne sequestrato dai Garibaldini e usato come sede del nuovo governatore di Girgenti.

Il 14 febbraio 1878,  dopo la morte del re d’Italia Vittorio Emanuele II,  questa bella piazza assunse la denominazione di Piazza Vittorio Emanuele.

L’ultimo edificio che venne innalzato in quest’area nel secolo corso fu  quello che a lungo ha ospitato  l’archivio notarile distrettuale, da tempo chiuso e in stato di abbandono.

In epoca fascista, soprattutto negli anni trenta, la piazza Vittorio Emanuele venne preferita per la costruzione di altri due importanti edifici: il mastodontico ufficio centrale delle Poste e telegrafi e la sede della Gioventù italiana del littorio, con palestra e numerosi locali. Qui durante gli anni del regime fascista si svolgevano le adunate dei giovani e le frequenti esercitazioni, specie in giorno di sabato.

Vi venne inoltre collocato l’altoparlante che diffondeva la voce del Duce che annunciava agli italiani le imprese del fascismo.

Nel ferragosto del 1937 venne Mussolini in persona in questa piazza e da uno dei balconi del Palazzo di Governo  salutò la folla che festeggiava la seconda visita del Duce nella Città dei Templi. Queste immagini ci mostrano la piazza quasi per intero.

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Ci furono diversi progetti nei vari anni per abbellirla. Vi vennero sistemati dei giardini nel 1927 ed anche delle fontanelle pubbliche. Essa si animava straordinariamente durante i venerdì alla Villa Garibaldi,  in occasione della festa popolare di San Calogero.

Ma per qualche tempo, essendo l’unico luogo adatto, vi si svolsero le partite di football e i tornei di tennis. Cronache del passato attestano che il luogo era preferito per i duelli e per le fucilazioni nel secolo scorso.

Poi il traffico automobilistico e più moderne esigenze hanno trasformato la piazza in posteggio per autobus prima e per le automobili oggi.

Ricordiamo infine che qui nel dicembre del 1966 qui avvenne una delle più clamorose proteste degli Agrigentini. L’assalto al palazzo del genio civile a seguito  del  fermo dei lavori dopo la frana del luglio di quell’anno.

Categoria: Storia AgrigentoTag: agrigento

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