Un concittadino dello scienziato siciliano commemora Michele Foderà pochi giorni dopo la morte
In seguito a pertinaci ricerche sui registri dei nati, che si conservano in questa chiesa parrocchiale di San Pietro, ad Agrigento, poiché allora non funzionava lo stato civile municipale, mi venne fatto di conoscere, che Michele Fodera nacque il dì 30 aprile dell’anno 1792.
Da fanciullo il nostro Michele trasse a questo seminario, dove studiò lettere e filosofia, sotto la scorta del professore Ugo, il quale ebbe allora certa rinomanza qual lettore di metafisica: probabilmente, poco profitto ritrasse il piccolo Fodera da cotesti studi, se si toglie l’apprendimento del latino ammanito in tutte le salse, dacché la filosofia di quei tempi, la scolastica, era l’ancella della teologia, una entelechia qualunque, checché siasi scritto dall’ottimo nostro concittadino canonico Antonino Lauricella, testè defunto, il quale, in una breve storia del nostro seminario, esaltando la eccellenza degli studii che vi si impartiscono, lasciò scritto, che tra le celebrità che ne profittarono, vi ebbe pure Michele Foderà.
Il quale, a dir vero, dovette disimparare più tardi tutto quanto vi aveva appreso da ragazzo; nè per ciò intendo muovere immeritato censure al nostro seminario, avvegnacchè, l’ordinamento degli studii d’allora, ovunque si fosse andati, era monco, e contrario alla libertà di esame, necessario per lo studio di vera filosofia.
Comunque, in freschissima età, il nostro Foderà, coi sussidii apprestati da questo municipio si recò a studiare medicina, prima all’ateneo palermitano, e poi a quello di Catania , dove, con brillantissimi risultati, franchi di ogni spesa, ottenne la laurea in medicina e filosofia, verso l’anno 1818. Era in uso, di quei tempi secondo sagacemente fu notato, non è guari, dall’instancabile nostro insigne illustratore di cose patrie dottor Giuseppe Pitrè, l’abbinamento delle lauree in medicina e filosofia poi medici.
Michele Foderà a Parigi
E’ questo il tempo, in cui, all’altissima mente del neo dottore si affaccia un vasto campo di ricerche scientifiche da percorrere, volendo dar tregua al suo desio di sapere; ed egli vi si accinge; ed ecco, per mediazione del fratello maggioro Filippo, già avvocato principe del foro palermitano, di cui scrisse un elogio storico Emanuele Viola l’anno 1838, ecco, ripeto, che, mercè lo pratiche di dotto suo fratello, il quale godeva i favori della corte borbonica, il Re di Sicilia Francesco I gli accorda una borsa di studio, e tosto si trasferisce in Parigi ad ascoltare la viva voce di Portai, Broussais, Jussien, Dupuytren, Orfila, Cuvier, e quanti erano allora professori e scienziati, che mandavano raggi di luce in Europa.
Si rese familiare con Magendi, che gli fu maestro di fisiologia sperimentale; e da questo punto hanno principio i suoi lavori sul sistema nervoso, che lo condussero alla scoperta, e alla distinzione dei nervi di moto e dei nervi di senso, scoperta che gli venne contusa da Carlo Bell e che egli rivendicò, attribuendone la paternità al suo maestro Magendi.
Una specie di fato cominciò a pesare già sul giovine medico siciliano, come ebbe a chiamare Cuvier il nostro Foderà, poichè per questa ed altre scoperta, di cui appresso dirò, trovossi sempre ai calcagni chi gliene contese la priorità! E bene che io dichiari sin da ora, che, pel breve tempo concessomi, io non potrei adesso «porvi un lavoro completo di critica su Michele Foderà , e le sue opere : mi riserbo di fair ciò in appresso con altro lavoro, di cui ho raccolto già il materiale. Ciò mi valga di scusa.
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