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Agrigento Personaggi Illustri: Maria Alajmo

19 Gennaio 2016 //  by Elio Di Bella

 

Presentazione della figura della prof.ssa Maria Alajmo fatta dal comm. Alfonso Lorgio durante la manifestazione tenutasi presso il Complesso Monumentale di Santo Spirito di Agrigento il 12 aprile 2007 ed organizzata dalla Associazione Musicale F. Chopin.

  La impareggiabile  profssa Maria Alajmo, è stata  mia insegnante al Ragioneria, a lei devo la mia formazione.

Sono stato suo alunno dal 1945 al 1950; un alunno come tanti altri, mentre alcuni si sono molti distinti come per esempio l’aw. Giuseppe Grillo, l’ex rettore dell’Università degli studi di Palermo, Ignazio Melisenda Giambertoni,  prof. di matematica presso l’Università di Palermo, Benedetto Pettineo, il prof. Carmelo Seddio, dirigente della Cassa di Risparmio delle Province Lombarde di Milano ed insegnante presso quella Università Bocconi ed altri che si sono atti onore sparsi in tutta Italia ed anche in America, come il prof.Francesco Varese.

Ma chi fu Maria Alajmo?

Nata a Palermo nel 1894, perché il padre dott. Libertino, oculista di fama nazionale, che lottò contro la piaga sociale del tracoma e scrisse 41 opere scientifiche, esercitava la sua professione presso la clinica oculistica dell’Università di Palermo. Nel 1901 si trasferisce con la famiglia ad Agrigento perché il padre, rinunziando alla cattedra universitaria, ha voluto avvicinarsi alla sua famiglia originaria di Porto Empedocle, allora frazione di Agrigento. Qui ad Agrigento frequentò le scuole di primo e secondo grado e poi studiò al Magistero di Roma, dove Pirandello, amico e quasi coetaneo del padre e come lui di Porto Empedocle, insegnava letteratura italiana.

Appena laureata, insegnò all’Istituto Normale (oggi Magistrale) di Agrigento. Nel 1920 vinse, tra i primissimi, il concorso per l’insegnamento negli istituti tecnici superiori e per un quarantennio insegnò lettere e storia presso l’Istituto Tecnico Commerciale “Michele Fodera di Agrigento, dove fu anche preside. Fece parte del Comitato della Dante Alighieri, componente del Comitato Internazionale di Studi Pirandelliani, Medaglia d’Oro della Dante Alighieri, Medaglia d’Argento della Cultura e della Pubblica Istruzione e fondatrice della sezione Agrigentina della Società di Storia Patria, insieme ad altri esponenti della cultura come Pietro Griffo, Giovanni Zirretta, Leonardo Sciascia ed altri. Morì il 19 giugno del 1971 e fu sepolta nel cimitero di Porto Empedocle, nella terra dei suoi avi. Per conoscere meglio questa straordinaria figura, mi avvarrò delle testimonianze che sono state scritte su di lei dopo la sua morte.

La prima, pubblicata su l’Amico del Popolo il 27.06.1971, a pochi giorni dalla sua morte, è di mons. Angelo Ginex, che, con parole alate come era tanto capace, descrive principalmente la figura spirituale della Alajmo. Sarebbe interessante leggerla per intero, ma leggerò solo brevi frasi:

“Maria Alajmo era sinonimo di sapienza, di verità, di giustizia, di coerenza, di linearità, di cristianesimo conosciuto e vissuto”

Poi scrive “Donna che aveva il culto sacro della verità, l’amava ,la proclamava e la difendeva sino allo spasimo. Negli incontri personali, nelle tavole rotonde, nei dibattiti culturali e teologici, i suoi interventi, sempre ascoltati con grande interesse, esposti con spirito pronto ed acume dialettico, venivano fatti per dare maggiore luce e verità”

Ed infine leggo:” spirito assetato di giustizia era insofferente ai tentennamenti, ai compromessi, ai cedimenti, ai soprusi, dinanzi a cui il suo animo adamantino si ribellava con il gesto, con la parola e con lo scritto, divenendo rossa in viso come se il sangue le insorgesse da tutte le vene.

Aveva ereditato dal papà, l’inflessibile dott. Alajmo, il motto: frangar non flectar, “Mi spezzo, ma non mi piego” che era divenuto tutto il suo modo di pensare e di agire.

Altra testimonianza importante è quella dell’avv. Grillo, pubblicata su “La Scopa” nel trigesimo della morte. Ne leggo qualche squarcio: “Alla vita ed alle opere di Maria Alajmo si potrebbero dedicare molte pagine; ed è augurabile che uno degli allievi od ammiratori, o la sorella Concetta onorino degnamente la memoria raccogliendo gli scritti sparsi un po’ dovunque di questa donna prodiga che ebbe il culto delle cose belle, la cui erudizione lasciò stupefatti i suoi ascoltatori, ma a cui mancò quell’ambizione che la avrebbe posta ai primissimi posti dell’insegnamento universitario, se lo avesse voluto.”

L’auspicio dell’avvocato si è verificato prima ed in parte, quando la sorella Concetta diede incarico a don Biagio Alessi di pubblicare gli scritti su Pirandello in un libro “Sintesi di Pirandello ed ora, dai primi mesi del 2003, quando chi vi parla, volendo conoscere meglio la sua professoressa cominciò a leggere e poi a fotocopiare e raccogliere tutti gli articoli apparsi su L’Amico del Popolo e tutti i possibili altri scritti rinvenuti presso le biblioteche locali ed altrove. Dice poi l’avvocato Grillo: “Maria Alajmo lascia un vuoto incolmabile, però, come conferenziere. La sua parola era una geometria, un’architettura, un trionfo ai concetti e di immagini. Man mano che il pensiero, profondo e nitido si rivestiva di parole, era come se in uno straordinario calco colasse un magna incandescente destinato a creare monumenti imperituri; ed ogni frase era un colpo di subbia che sbozzava un concetto, sicché progredendo serrata, balzava possente un’orazione che aveva tutti i caratteri della scultura michelangiolesca.

All’uditorio ammaliato pareva ch’ella non creasse la sua opera, ma che con prodigiosa arte e memoria (tante era la perfezione del suo stile) recitasse brani di un libro mirabile.”

Al riguardo mons. Angelo Noto, che fu vicario generale del vescovo, testimonia: “Essa era stata sempre a disposizione del Vescovo, il quale, quando stentava a trovare qualcuno disposto a recarsi a tenere una conferenza tra studenti ed intellettuali, o a dirigere un incontro di azione cattolica, si rivolgeva sorridendo a lei e diceva: ci salva la beata Maria Alajmo! Ed essa ubbidiva e tutti incantava con la sua formazione e cultura”

Per concludere con l’aw. Grillo, leggo: “Come docente era impareggiabile. Ma non so se valesse di più come maestra di vita o di sapere” e più sotto “Durante gli anni del fascismo educò i suoi allievi al culto della libertà senza temere reazioni, neppure quando un’inchiesta volle stabilire che il suo insegnamento non si inquadrava nello stile del regime”

Anche qui mons. Noto testimonia per questa inchiesta : “Ella si difese con dignità e verità dinanzi al federale del tempo, non rinunciando ai suoi ideali nemmeno di fronte alla minaccia di essere licenziata dalla scuola, palestra del suo apostolato”

Parecchie altre testimonianze sono state date nel primo anniversario della morte, ma mi limiterò a nominare quella dell’allora direttore dell’Amico del Popolo, che ci da notizie sulla collaborazione al settimanale sin dal 1932 (sotto le testate “Vita Nova” e poi “Sentinella Agrigentina”), del vescovo Fasola,

per il  quale è in corso il processo di beatificazione, del vescovo Petralia, del vescovo Lauricella, del preside Alletto, del prof. Pancamo, della profssa Antonietta Gaglio, della profusa Ave Gaglio e di tante altre persone. Ali piace ed è interessante leggervi almeno il testo di quella della sorella Concetta: “E’ questo il testamento spirituale che io ho ricevuto dall’esempio diuturno della vita della mia sorella dolce ed amata: un amore verso eli altri che la portava a darsi, ad espandersi, a donare il meglio di sé, pur non ricevendone, il più delle volte, il contraccambio, ed un amore verso Dio, puro ed ardente come una fiamma, che trovava il suo sbocco in una preghiera incessante ed un anelito continuo verso la perfezione che la portava sovente a ripiegarsi su se stessa per esaminarsi e formulare sempre nuovi propositi di santità”

Circa la sua spiritualità, Maria Alajmo ha scritto e vissuto una profonda e bella preghiera (per i nostri lettori riportiamo in calce il testo della preghiera) che è meglio la leggiate nel raccoglimento della vostra casa perché ve ne Taccio dono oggi, come farò dono, a chi io richiede e fino ad esaurimento, della raccolta della “Rubrica Maria Alajmo” da me condotta su “L’Amico del Popolo”

Ricordo ancora che la figura di Maria Alajmo viene trattata variamente nei seguenti testi: “Donne luce d’Italia” di Mario Gastaldi; “Agrigento uomini nel tempo” di Paolo Cilona; “La Chiesa Agrigentina” di mons. Domenico De Gregorio; “Biografia del figlio cambiato” di Andrea Camuleri; “Entra nel gaudio del tuo Signore” di Ave Gaglio; “Figure femminili del Novecento a Palermo” a cura di Salvatore Di Marco appunto perché Maria Alajmo è nata a Palermo.

Dopo le testimonianze alle quali ho accennato- secondo me- ad Agrigento è caduto l’oblio della memoria sul nome cu Maria Alajmo, con mio grande disappunto. Perciò quando una volta ho incontrato il comm. Cilona, che nel 2002 curava su “L’Amico del Popolo” una rubrica sui “Personaggi della settimana” gli ho chiesto se non ritenesse opportuno di parlare di Maria Alajmo. Mi rassicurò che r articolo era già scritto e che per compiacere al mio desiderio, ne avrebbe anticipato la pubblicazione, come puntualmente fece, nella successiva settimana, che coincideva con la Pasqua. Nel ritaglio del settimanale, che conservo ancora, ho intercalato allora, alcune parole nella testata in modo da formare la frase “31 marzo 2002 Pasqua di Resurrezione di N.S.G.C. in cui Paolo Cilona ha fatto risorgere dall’oblio della memoria degli agrigentini Maria Alajmo”

Successivamente ho saputo la notizia, che mi ha arrecato tanta gioia, che presso il ragioneria si sarebbe tenutail23gennaio20031aperiodica conferenza intitolata “Il Foderà si racconta” in cui si sarebbe parlato anche di Maria Alajmo. In quella rievocazione, purtroppo non ebbi la possibilità di prendere la parola per dare la mia testimonianza di ex alunno e per stimolare la scuola a creare un concreto segno per mantenere viva nel tempo la memoria di quella professoressa che in quell’istituto aveva forgiato la personalità di diverse generazioni di giovani. Il mio conseguente ribollimento interno mi condusse poi ad una riflessione: pensai “io avrei chiesto di fare qualcosa agli altri, cosa posso fare io?!

Da allora è cominciata la mia opera di interessamento con la lettura e la raccolta di tutti gli scritti della professoressa, come già detto, al fine di conoscerla meglio, molto di più di quando ero suo alunno, e poi richiedendo testimonianze e ricordi ad ex alunni o estimatori che, quasi settimanalmente pubblicavo su “L’Amico del Popolo” nella “Rubrica

Maria Alajmo” suddetta. In detta Rubrica sono stati pubblicati anche i resoconti degli avvenimenti che andavano verificandosi, primo tra i quali, quello del 13.09.2004, della intitolazione della “Sala Maria Alajmo” dove lavoro dal 1980; poi quello del convegno che ha organizzato la F.I.D.A.P.A. (Federazione italiana donne arti professioni affari) di Agrigento il 21 febbraio del 2005      per solennizzare il 25° anno di fondazione con la commemorazione di una grande donna.

Il discorso fu tenuto da un’altra grande donna, quale è la professa Ave Gaglio, seguito da diversi interventi, tra i quali una mia testimonianza. In tale avvenimento la presidente, professa Sollano, ha mostrato la targa commemorativa che poi è stata affissa all’ingresso della casa di Vìa Atenea al civico 259 che fu l’abitazione di Maria Alajmo.

Altro avvenimento pubblicato è stato un’altra periodica conferenza del 24 febbraio 2006 “Il Foderà racconta” durante la quale è stata intitolata l’Aula Magna Maria Alajmo ea è stato pronunziato il discorso commemorativo della professa Gareffa Penna, nuova presidente Fidapa, la stessa che pronunziò un altro discorso commemorativo il 22 aprile 2006, in occasione della intitolazione del LARGO Maria Alajmo nella Vìa Atenea, che è antistante alla casa di abitazione dove era stata già affissa la targa commemorativa.

E’ importante ricordare che in quest’ultimo discorso la professa Gareffa ha messo in evidenza la grande generosità della professa Alajmo che ha deciso, prima di morire, di vendere tale casa e destinare il ricavato alla costruzione della “Casa delle suore Maria Alajmo” nella parrocchia agrigentina di Ismani-Tanzania.

In un ambiente musicale come questo, non posso non soffermarmi su due avvenimenti riguardanti la musica: premetto con il dire che Maria Alajmo ha scritto due articoli su “LAmico del Popolo” in relazione alle due opere musicali del M° Michele Lizzi intitolate “Pantera” e Sagra del Signore della Nave” Ordunque, l’articolo di questa ultima opera ha contribuito alla trattazione fatta dalla dottssa Angela Bellia dell’Università di Bologna il 10 settembre 2005 presso il Museo San Nicola per la manifestazione intitolata appunto “Il Signore della nave” mentre entrambi gli articoli hanno contribuito alle trattazioni curate dalla professa Lilia Cavalieri e della professa Gareffa nell’inconfro organizzato il 28 ottobre 2006 dalla Fidapa presso il Jolly Hotel della Valle per commemorare il Maestro Lizzi.

L’ultimo avvenimento pubblicato sulla “Rubrica Maria Alajmo’é stato quello del 7 dicembre 2006 di intitolazione della sala di esposizione Maria Alajmo presso la Biblioteca-Museo Luigi Pirandello di via Imera, la cui targa riporta le parole pronunziate da Pirandello nel 1934 al Teatro Regina Margherita (ora Pirandello) di Agrigento, nel presentare la professa a Marta Abba :”Ecco una delle alunne più intelligenti che ho avuto al Magistero” Il discorso commemorativo è stato fatto dall’avv.ssa Grillo che, è bene ricordarlo, a suo tempo aveva contribuito con tanta foga oratoria a vincere le resistenze che si opponevano alla intitolazione del “Largo Maria Alajmo.

Attualmente auspico e sto lavorando affinché venga pubblicato un libro, senza scopo di lucro ma solo per fini culturali, da destinare alle biblioteche ed alle università, contenete tutti gli scritti della Professoressa (un’opera omnia), al fine di mantenere viva nel tempo la sua memoria.

Concludo con il chiedere doverosamente scusa a tutti voi, ma principalmente alla mia professa ed ottima maestra di vita, per avere presentato quella grande ed impareggiabile personalità che è stata, in mamera molto riduttiva in quanto, pur avendo a disposizione tanti argomenti da trattare, solo di pochi è stato possibile accennare appena, nel breve tempo di intermezzo della odierna manifestazione musicale. Vi ringrazio per avermi ascoltato.

Alfonso Lorgio

Categoria: Storia AgrigentoTag: agrigento personaggi illustri

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