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calogero ravenna

Agrigento, personaggi illustri: Calogero Ravenna e l’anima popolare di Girgenti

27 Agosto 2022 //  by Elio Di Bella

Calogero Ravenna nacque a Girgenti da Vincenzo e da Concetta Marino il 2 maggio 1893.

Di modesti natali — di cui Egli si vantava — giovanetto dovette guadagnarsi da vivere e fu compositore in una stamperia.

Forse nei rapporti quotidiani con giornalisti, avvocati, eruditi, il giovane dall’ingegno vivace sentì nascere ed accrescere la vocazione per lo studio. Dopo II lavoro, infatti, vegliava studiando per conto suo.

Mi raccontava che un giorno, un noto avvocato che stampava un giornale, aveva intitolato l’articolo di fondo polemico in modo che non soddisfaceva lo stesso autore. Il diciassettenne tipografo, fra la meraviglia del proto e dei compagni di lavoro, osò Interloquire suggerendo il titolo che l’avvocato accettò.

Significativo l’aneddoto: non era Egli il comune operaio che meccanicamente ricopia i testi nei caratteri mobili : quel lavoro era spiritualizzato dall’ansia di sapere del giovane Ravenna.

In un Circolo Cittadino, negli anni precedenti la Prima Conflagrazione mondiale, commemorò, improvvisando, la figura di Giordano Bruno, con tanta enfasi ed efficacia che ii discorso pronunziato dal “ giovane operalo Calogero Ravenna “ meritò il resoconto d’un giornale.

Nel 1912 fondò e diresse la Rivista letteraria quindicinale “L’Idea” (Casa Ed.  Empedocle  di Girgenti). Suo motto era : “Lottare e vincere “. Ad essa collaborarono, oltre a professionisti e letterati agrigentinl, anche giovani autori, alcuni dei quali acquistarono poi fama nazionale. Fra questi ricordo: Andrea Gustarelli, Giuseppe Padovani, Carlo Addauro, Giuseppe Leone, Carmelo Ripellino, Stefano Pirandello, figlio del grande Luigi, ed i triestini Carlo Gorup e Guglielmo de’ Levighi.

Iniziò come fante la guerra del ’15-’18, compiendo il suo dovere nelle prime linee. Dopo Caporetto fu nominalo sottotenenle.

Nel 1919 si trovò a Milano In occasione delle sommosse politico-sociali.

Durante i periodi di riposo continuava a studiare perché ormai aveva deciso di conquistare la patente di maestro. Come testimonianza della Sua attività culturale In quei periodo abbiamo, datato dalla “Zona Guerra”, 25 Ottobre 1916 (Z. G. 25-X-1916), il breve scritto “Lorenzo Stecchetti”, che          chiude l’opuscolo “Appunti Critici” pubblicato nel 1920 presso la tipografia Sirchia di  Girgenti

Quei saggio è preceduto da altri due, dedicati rispettivamente al Rapisardi ed al Carducci. Nella breve prefazione, l’Autore dichiara di non aver avuto la pretesa di comporre  “lavori di critica”, bensì di fermare alcune sue  “impressioni”.

Congedatosi, affrontò i pubblici esami, superandoli brillantemente nel 1920.

Col titolo di studi, indossò di nuovo la divisa col grado di tenente di Fanteria e fu assegnato al 3° Reggimento “Piemonte” di stanza a Messina,

Quivl si accattivò la stima del colonnello comandante Carmine Ruotolo, Il quale gli commise l’incarico di compilare la storia del Reggimento, che vantava tre secoli di vita.

In occasione della festa del Reggimento, il colonnello volte che fosse pubblicato un Numero Unico intitolato “3° Reggimento Fanteria” , recante la data: Messina, 29 Maggio 1923.

L’articolo di fondo : “29 Maggio 1848 – 1923”  è firmato : Ten. Calogero Ravenna e.

Nello stesso Numero Unico, a pag. 4, si legge l’articolo : “Calmaslno”, glorificante la battaglia del 29 Maggio 1848, durante la quale il 3′ Reggimento  “respinse da solo tre colonne di austriaci, ch’erano già padroni di qualche altura, assicurando in tal modo la presa della fortezza dl Peschiera” — come dice la motivazione della medaglia d’argento concessa allora al Reggimento

Quest’articolo commemorativo, stampato in grassetto ed illustrato da una vignetta del ’48, reca per firma le iniziali minuscole: c. r.

Esso fu redatto – com’Egli ml confidò – dal Nostro, il quale, con delicatezza di pensiero, volle che i lettori credessero che l’articolo fosse scritto dal colonnello, giocando sull’uguaglianza delle Iniziali del loro nomi e cognomi (Carmine Ruotolo – Calogero Ravenna).

Avrebbe potuto continuare nella carriera militare, ma ragioni varie lo indussero a congedarsi.

Nel 1920 aveva pubblicato l’opuscolo “Brevi osservazioni sull’insegnamento primario” (Girgenti, Tip. Sirchia) – ripubblicato l’anno seguente

per gli stessi tipi, segno del successo ottenuto dalla prima edizione — in cui dava prove di buona conoscenza della storia della pedagogia e del suo spirito desideroso d’approfondire teoricamente quanto praticava nell’Insegnamento.

Il 23 dicembre 1920 s’uni in matrimonio con la Signorina Virginia Rinaldi, ch’Egli amò e stimò profondamente quale donna saggia, di sani principi, dedita alla famiglia.

Dalla loro unione nacquero quattro figli.

G.P. Scarlata

Legi il testo per intero

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Categoria: Agrigento RaccontaTag: agrigento, agrigento racconta, agrigento storia, calogero ravenna

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