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Agrigento Palazzo della Provincia la prima pietra nel 1858

19 Febbraio 2015 //  by Elio Di Bella

manifesto borbonico sul costruendo palazzo

Arturo Attanasio

Il Palazzo dove hanno sede la Provincia e la Prefettura è un edificio che particolarmente colpisce per la imponente e tuttavia sobria eleganza che gli conferisce certamente la dignità di palazzo pubblico più bello tra quelli costruiti negli ultimi secoli.

L’edificio, ha una età di circa centoventisette anni e, a leggere le memorie del Picone, la prima pietra venne posata nell’anno 1858 alla presenza del Vescovo e dell’Intendente di quel tempo, Salvatore Vanasco, prima pietra di tante altre che avrebbero dovuto innalzare un edificio atto ad ospitare, però, non il governo e la burocrazia locale (che avevano già altra sede), ma una moltitudine di ragazzi orfani e comunque indigenti.

Il palazzo infatti, nelle intenzioni dei governanti del tempo avrebbe dovuto funzionare come ospizio provinciale di beneficenza, e per questo venne progettato.

Le motivazioni istituzionali che portarono alla costruzione dell’ospizio possono datarsi all’agosto del 1834, quando Ferdinando II di Borbone Re del Regno delle Due Sicilie, emanava un decreto con il quale istituiva e regolamentava tre Reali Ospizi di Beneficenza con relative sedi a Palermo, Catania e Messina, con lo scopo di accogliere, soccorrere ed educare « gli infelici figli dello Stato nonché quei poveri che, orfani di genitori, o avendoli inutilmente, privi rimangono di qualunque mezzo di sussistenza ed istruzione » provenienti da tutte le province della Sicilia.

E tuttavia il Borbone, sebbene con spirito paternalistico, usò, nei riguardi dei ceti più emarginati, una politica di maggiore attenzione negli interventi assistenziali del Regno e così nel maggio del 1853 promulgò e regolamentò di nuovo la istituzione degli Ospizi di Beneficenza, estendendo il beneficio alle quattro rimanenti province (a quel tempo erano sette) di Trapani, Caltanissetta, Noto e Girgenti con sollecitazione di edificare al più presto le strutture ospitative.

Il 10 aprile 1856, il Conte di Capaci, allora Intendente della città’di Agrigento, pubblica il bando per la gara aggiudicatrice d’appalto per la realizzazione dell’Ospizio Provinciale di Beneficenza, da erigersi nel piano di Porta di Ponte, dove però esistevano delle casupole, chiamate « stazzoni » che comunque sarebbero state abbattute per fare spazio al nuovo edificio. Proprietari di queste case erano le famiglie Mendola, Sorce, Curreri, De Castro, ecc., alle quali il governo avrebbe pagato l’indennizzo per la demolizione.

Il progetto del Reale Ospizio fu eseguito dall’Ingegnere Ignazio Giarrusso e prevedeva al piano terra la sistemazione della cucina, del refettorio, della canova, del magazzino, del parlatorio e di alcune sale molto ampie atte ad ospitare le scuole di mestiere come quelle dei falegnami, dei mastri ferrai, dei carradori; venne installato anche un cancello di ferro per l’ingresso nell’atrio (dove oggi c’è la porta a vetri con l’emblema araldico) che avrebbe regolato il flusso dei visitatori, quest’ultimo condizionato, come del resto tutte le attività dell’Ospizio, da un orologio da erigersi nell’atrio. Al primo piano sarebbero state destinate le rimanenti aule scolastiche, la cappella e gli alloggi del prefetto degli studi, mentre il secondo piano rispettando una rigorosa disposizione regia, avrebbe ospitato i dormitori.

L’iscrizione in marmo « 0spizio di Beneficenza » sarebbe stata sistemata sopra la finestra del primo piano, mentre lo stemma reale dei Borboni avrebbe campeggiato dalla sommità dell’edificio.

I lavori presero l’avvio, come si è scritto, circa un anno prima dello sbarco garibaldino; ed è per quegli avvenimenti che con la cacciata dei Borboni, cambiarono la fisionomia della politica siciliana, che i lavori del palazzo vennero interrotti e non si parlò più di Ospizio di Beneficenza.

Qualche anno dopo, nel 1866, durante una seduta del Consiglio Provinciale, un consigliere, nel suo intervento, lamentava lo stato di continuo deperimento del Palazzo, il quale ormai, abbandonata l’originaria destinazione, veniva sistemato per l’accoglienza dell’Archivio Provinciale, della Prefettura, dell’Amministrazione Provinciale con i relativi uffici e a tale scopo furono edificati altri due piani,

L’edificio nel corso degli anni ha subito svariati rimaneggiamenti, rimanendo tuttavia, nella sua struttura essenziale, il magnifico e regale « Palazzo » sicuramente rappresentativo di un pezzo di storia di questa antica città.

Categoria: Storia AgrigentoTag: agrigento

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