Nessuna celebrazione è stata organizzata ad Agrigento per ricordare il più grande dei musicisti agrigentini, il compositore Michele Lizzi. Neppure l’amministrazione comunale ha pensato di promuovere la commemorazione dell’illustre agrigentino. Una città, quella di Agrigento che fa a pezzi la sua memoria storica e non ha una classe dirigente attenta a questi importanti eventi.
Compositore agrigentino, Michele Lizzi nato il 5 settembre 1915. Nacque in una famiglia di valenti musicisti. Venne avviato agli studi dal padre Virgilio, che era stato un discreto compositore.
Frequentò il conservatorio di Santa Cecilia in Roma. Ottenuta nel 1939 la cattedra di musica e canto poté finalmente farsi apprezzare già nel mondo della scuola e nella sua città per le sue notevoli doti. Ma solo nel secondo dopoguerra le porte del successo gli si spalancarono.
Insegnò nel 1955 al Conservatorio di San Pietro alla Maiella in Napoli, città che gli tributò molti riconoscimenti e dove compose la sua prima opera lirica, “Pantea”, che venne successivamente rappresentata al Teatro Massimo di Palermo la sera del 5 aprile 1956 e trasmessa anche dalla televisione italiana qualche anno dopo.
Nel 1964 venne eseguito un altro successo del Lizzi, l’opera “L’amore di Galatea”, di cui il premio Nobel Salvatore Quasimodo scrisse il libretto. Del 1971 è ” La sagra del Signore della Nave”, tratta dalla omonima opera pirandelliana, con la scenografia di Renato Guttuso.
Lizzi vanta numerose altre composizioni ed ha ricevuto diversi premi e riconoscimenti sino a pochi mesi prima dalla morte, avvenuta il 31 marzo 1972.