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Agrigento La Necropoli Paleocristiana

17 Ottobre 2014 //  by Elio Di Bella

Negli anni 1940 -1941 l’archeologo Catullo Mercurelli portò alla luce dentro la cosiddetta Villa Aurea, a due passi dal tempio della Concordia, un gruppo di sei ipogei e altri elementi ed ambienti risalenti al periodo paleocristiano.
Si accede alla necropoli dell’ipogeo indicato con la lettera B scendendo con attenzione i ripidi gradini che si trovano all’ingresso. Appena dentro sono immediatamente visibili lungo le pareti rocciose le tombe ad arcosolio e a mensa che caratterizzano gran parte dell’ambiente. Più innanzi si notano alcune cisterne di età greca.

Nell’ipogeo D si entra attraverso un’altra scala. Qui lo scenario non cambia molto: troviamo cisterne a campana, utilizzate come sepolcri e altre tombe, probabilmente del IV – V secolo d.C.
Tornati sulla via dei Templi, sulla destra, di fronte all’angolo nord-est della Villa Aurea, si sviluppa un’altra necropoli con tombe cristiane a fossa, rinvenute nel 1950. Giungiamo quindi nel più vasto complesso catacombale agrigentino (Ipogeo A), noto come Grotta di Fragapane. Esso è ricco di ambulacri, cubicoli e grandi rotonde, loculi e arcosoli lungo le pareti.

Dentro queste catacombe sono state rinvenute monete degli imperatori romani Valentiano I (364-375) e Costante (337-350) e questi riferimenti storici possono ritenersi termine ante quem.

Più a sud della Grotta di Fragapane altre decine di tombe caratterizzano la necropoli Giambertoni, scoperta dall’archeologo Salinas (nel 1901), che vi trovò delle lucerne con la croce e i simboli del pesce e del leone. Questo complesso venne abbandonato intorno al IV secolo d.C., ma gli scavi hanno riservato agli archeologi molte sorprese.

Colpisce la strana foggia di qualche sepoltura e il fatto che alcune di esse appaiano intonacate di uno strato di stucco e il loro interno sia ricoperto di marmo grigio. Sono stati rinvenuti in questa necropoli diversi sarcofagi, come quello molto bello delle Nereidi e un altro che un’iscrizione greca attribuisce alla giovinetta Teano. Quelle tombe sulla roccia, che i turisti spesso ammirano procedendo dal tempio della Concordia verso il tempio di Giunone, sono pure testimonianze del periodo paleocristiano.

Altri sepolcreti di eta romana sono stati portati alla luce nel sito dell’Emporium agrigentino, mentre una necropoli di età arcaica è dislocata nella collina di Montelusa.

ELIO DI BELLA

Categoria: Storia AgrigentoTag: necropoli paleocristiana

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