Siamo a Girgenti (vecchio nome di Agrigento), dalle alture delle città il gli abitanti scrutano la flotta francese napoleonica che naviga verso l’Egitto e corrono subito allarmati ad armarsi con qualunque tipo di arma per difendersi da un eventuale attacco. L’allarme dura tutta la notte.
Si stabilisce che sono di passaggio e solo alcune navi si fermano per rifornirsi di viveri, specialmente di acqua. Perciò le intenzioni dei francesi sono solo commerciali, ma non è così.
Una compagnia gira solo per la città e con tracotanza irrompono nelle varie taverne per bere, lungo l’odierna Via Garibaldi. I popolani sono rinchiusi nelle case sbarrate avendo paura per le loro donne. Molti fedeli recitano il rosario nelle chiese. Solo le milizie delle corporazioni girgentine controllano il possibile.

Infatti, dopo un po’i francesi presi dai fumi dell’alcool si lasciano andare ad azioni disdicevoli. Viene assaltato il Collegio di Maria e le orfanelle che stavano rientrando vengono assediate. Il portone sta cedendo. Le urla delle povere suore e ragazze si odono in giro.
Gli abitanti si fanno coraggio e circondano i rivoluzionari tra la chiesa dell’Addolorata e quella di San Francesco di Paola, li massacrano prima che usassero violenza alle malcapitate. Alcuni francesi riescono a salvarsi e imbarcarsi al Molo (Porto Empedocle), ma più di trenta soldati vengono passati per le armi.
Le navi salparono in tutta fretta per raggiungere la flotta che già stava conquistando Malta, per poi passare in Egitto.