“Dopo Palermo e Messina, dopo Catania e Monreale il paese che primo d’ogni altro accolse la stampa nelle sue mura fu Girgenti nel 1601. Quivi furon pubblicate due opere del celebre Sebastiano Bagolino di Alcamo, poeta, pittore, musico, il quale dal vescovo Giovanni Orosco fu invitato a tradurre dallo spagnuolo in versi latini taluni dei suoi scritti, che vennero in luce co’ seguenti titoli :
Emblemas morales Don loannis Horoscos Covarruvias et Leyra Episcopi Agrigentini libri ex Hispana lingua latino carmine redditi. Sacra Symbola Ioannis Horoscii latinitate donata.
Di queste due edizioni, citate prima dal Mongitore e dal Narbone, e poscia dal Mira e passate in silenzio dal Deschamps, nessun bibliografo indica il nome del tipografo. Probabilmente uscirono da’ torchi della stamperia detta del Pontefice, ove nell’anno seguente 1602 in detta città di Girgenti fu impressa l’ opera di Vincenzo Littara: ‘Donati majoris rudimento, ubi exactissima nominum pronominum et verborum declinatio traditur, cum dilucida praeteritorum supinorumque formatione.
Le nostre ricerche per aver notizia di questa tipografia del Pontefice riuscirono senza frutto: bensì sappiamo che delle tre cennate edizioni gli esemplari sono estremamente rari, e che la suddetta stamperia dopo questa pubblicazione rimase chiusa in tutto il secolo XVII.
Infatti le Costituzioni sinodali dei vescovi agrigentini Vincenzo Bonincontro, Francesco Traina e Ferdinando Sanchez, furono impresse in Palermo nel 1610, nel 1633, e nel 1655 co’ tipi di Giovati Antonio de Francisci, di Decio Cirillo, e di Nicolò (?). La vediamo riaprire, e forse per una sola volta, nel principio del secolo XVIII quando Felice Marino sotto il pontificato di Francesco Ramírez Toletano, vescovo anch’ egli di Girgenti, stampò nel 1704 le sue Costituzioni sinodali.
Fonte: storia tipografico-letteraria del secolo XVI in Sicilia
Rett. Filippoyola
Palermo stabilimento tipografico lao Pia gin, p. 1878.pp 151-152