Giornalismo agrigentino nell’Ottocento
La storia del giornalismo agrigentino dell’ottocento è ancora tutta da scrivere. Pochi gli studi pubblicati su questo argomento. Uno dei primi ad occuparsene è stato lo storico Calogero Ravenna. In una sua pubblicazione vengono presentate una ottantina di testate uscite nella Città dei Templi dal 1827 al 1900.
La maggior parte dei giornali agrigentini del secolo scorso ebbe vita breve e alcuni vennero, censurati, sequestrati e fatti chiudere dalle autorità di polizia. Celebre è il caso del giornale del movimento internazionalista “Eguaglianza”, diretto da Antonino Riggio, contro il quale fu celebrato anche un processo. Molte sono le voci giornalistiche apertamente impegnate politicamente e che non facevano mistero di avere simpatia per una parte politica o per una corrente.
Il giornalismo politico fu assai diffuso lungo tutto l’Ottocento e raccolse le migliori firme dell’epoca. Oltre al già citato Antonino Riggio, vogliamo ricordare Ippolito Onorio De Luca, più volte deputato, Francesco De Luca, presidente del circolo radicale di Girgenti, gli avvocati Vincenzo Coniglio e Angelo Bonfiglio e i canonici Giuseppe Russo e Lauricella del partito cattolico, e tanti altri.
Nella prima metà dell’Ottocento uscì per un paio d’anni la rivista La palingenesi che venne presto soppresso dal regime borbonico perchè troppo progressista per l’epoca.
Anche la potente Massoneria agrigentina ebbe famosi periodici, come “Il Rompicollo”. Ed ogni loggia più o meno segreta ebbe i suoi fogli. I giovani mazziniani e garibaldini della società “I discepoli di Dante” pubblicarono sul “Convito” le lettere di Garibaldi ai patrioti agrigentini e si fecero promotori dalle pagine del giornale di importanti iniziative.
Alcuni di questi giornali nacquero per esprimere una esplicita opposizione contro la potente “camerilla”, il gruppo di notabili che detenne il potere a Palazzo San Domenico, il Municipio, dal 1861 per almeno un trentennio.
Vi furono inoltre testate giornalistiche nate con il solo scopo di sostenere un candidato in occasione di importanti appuntamenti elettorali, come “La Riforma Sociale”, organo del circolo radicale di Girgenti, che appoggiò nel 1892 il prof. Giuseppe Salvioli che a Girgenti lottava per un seggio al parlamento contro il candidato locale del partito governativo, il marchese Luigi Contarini.
Non sono mancati i giornali specializzati che si rivolgevano ad un pubblico molto particolare, quello dei medici, degli avvocati, degli insegnanti. Di tal genere furono le riviste “Teatro e Letteratura” (1882), “Il foro di Girgenti” (1871), “Il messaggero Giuridico” (1891-94), ” Bollettino dell’associazione medica della provincia di Girgenti” (1894-95), “Bollettino dell’istruzione per la città e la provincia di Girgenti” (1896).
Anche i giovani e il mondo della scuola hanno fatto sentire la propria voce attraverso le pagine di qualche periodico. Nel 1875 uscirono alcuni numeri del periodico “Il Foderà”, pubblicato dagli studenti del locale istituto tecnico. Del 1886 è la rivista “L’eco dei Licei”, mentre nel 1891 vide la luce “L’amico della gioventù” e sei anni dopo uscì “Lo Studente”. Non mancarono naturalmente i bollettini realizzati da vari enti locali, associazioni, società. Ebbero propri bollettini la Prefettura, la Camera di commercio, la Curia Vescovile e anche l’Intendenza borbonica. che dal 1827 al 1859 pubblicò “Il Giornale dell’intendenza di Girgenti”.
Quando si costituirono ad Agrigento le prime società operaie, nacquero contestualmente anche i loro organi ufficiali e i loro fogli propagandistici. Un giornale assai vicino alla Sinistra e alla realtà del mondo del lavoro fu “L’Operaio” (1865-66).Infine non possiamo non citare alcuni dei numerosi periodici del consistente mondo cattolico agrigentino. Nel 1866 vide la luce la “Verità Cattolica”, che aveva soprattutto intento didattico. Ma il giornale che meglio rappresentò per diversi anni l’impegno socio-polito del cattolici agrigentino e del loro partito politico fu senza dubbio “Il Cittadino cattolico”, che sostenne dure battaglie contro gli anticlericali e tutti avversari del mondo cattolico locale, ossia i massoni, i radicali, e gli altri partiti e movimenti dell’estrema sinistra e del liberalismo laicista.