La rivoluzione del 1848 non risparmiò neppure Agrigento.
Fu guidata e sorretta dall’Agrigentino Gerlando Bianchini con fermezza e rettitudine, riscuotendo perciò la stima generale della cittadinanza, che fece di Lui il capo indiscusso del movimento rivoluzionario.La povera gente aveva sofferto negli ultimi quattro anni una grave carestia, che nell’inverno del ’48 raggiunse un livello così alto, che il Bianchini e i suoi collaboratori ritennero necessario trovare il modo per alleviare la grave situazione; tra gli altri provvedimenti fu preso quello di tagliare la Rupe Atenea dal lato mare. Fu questo l’inizio della “Passeggiata” attuale, che è il viale più bello della città.Negli anni successivi alla rivoluzione, dunque al tempo della restaurazione, alcuni rappresentanti del governo borbonico si diedero ad una frenetica attività volta ad arricchire la città di nuove opere pubbliche.
In particolare, l’Intendente della Provincia, Giuseppe Palizzolo e il Col. Pasquale Flores, comandante del V° Reggimento Borbone, operarono in tacita rivalità per migliorare “le condizioni materiali” della città.
