12 TARGHE PIRANDELLIANE NEL CENTRO STORICO
di ubaldo riccobono
Oltre due anni fa notai che nella risistemazione del Piano di Gamez, nel centro storico agrigentino, non rimaneva più traccia di una fontanella, invero fatiscente, ma di grande valenza storica perché citata da Pirandello ne I vecchi e i giovani. Quand’ero studente ginnasiale e liceale andavo a studiare, quasi tutti i giorni, a casa del nonno di un mio compagno, a pochi metri dalla fontanella. Ne scrissi un articolo Città senza memoria su un giornale locale e mi venne l’idea di un progetto di una serie di didascalie che potessero evidenziare i luoghi citati da Pirandello nelle sue opere. Grazie al Presidente, Salvatore Bennici, e a tutto il Club, che hanno assecondato questo progetto, sono state realizzate queste prime 12 targhe, accompagnate da un itinerario curato dalla moglie del Presidente, prof.ssa Angela Argento.
La Passeggiata
Quella loro passeggiata principiava ogni volta con un breve scambio di frasi e seguitava poi in silenzio, come se l’uno avesse dato all’altro da ruminare per un pezzo. E andavano a testa bassa, come due cavalli stanchi; entrambi con le loro mani dietro la schiena. A nessuno dei due veniva la tentazione di volgere un po’ il capo verso la ringhiera del viale per godere la vista dell’aperta campagna sottostante, svariata di poggi e valli e di piani, col mare in fondo, che s’accendeva tutto agli ultimi fuochi del tramonto…
Scialle nero, novella, 1900
Il Collegio degli Oblati
Il Collegio degli Oblati sorgeva nel punto più alto del paese ed era un vasto edificio quadrato e fosco esternamente, roso tutto dal tempo e dalle intemperie; tutto bianco, all’incontro, arioso e luminoso, dentro. Vi erano accolti i poveri orfani e i bastardelli di tutta la provincia, dai sei ai diciannove anni, i quali vi imparavano le varie arti e i vari mestieri.
I fortunati, novella, 1915
Chiesa di S.Francesco d’Assisi
La statua della SS. Immacolata, custodita tutto l’anno dentro un armadio a muro nella sagrestia della chiesa di S.Francesco d’Assisi, il giorno otto dicembre, tutta parata d’ori e di gemme, col manto azzurro di seta stellato d’argento, dopo le solenni funzioni in chiesa, era condotta sul fercolo in processione per le erte vie di Montelusa, tra le vecchie casupole screpolate, pigiate, quasi l’una sull’altra; su, su, fino alla Cattedrale in cima al colle; e lì lasciata, la sera, ospite del patrono S. Gerlando.
Visto che non piove, novella, 1915
La Cattedrale
Se non che, quando già alla piazza della Cattedrale era cominciata ad affluir la gente per la processione e s’era finanche aperta la porta di ferro su la scalinata presso il seminario, donde la SS. Vergine soleva uscire ogni anno, e dal seminario erano arrivati a due a due in lungo ordine i seminaristi parati coi camici trapunti, e tutt’in giro alla piazza erano stati disposti i mortaretti, ecco sopravvenire in gran furia dal mare fra lampi e tuoni una nuova burrasca.
Visto che non piove, novella, 1915
Il Palazzo Vescovile
Il sagrestano, dagli di nuovo a sonar tutte le campane per scongiurarla, sul fermento della folla che s’era messa intanto a protestare, indignata perché sotto quella incombente minaccia del tempo i canonici volessero mandar via a precipizio la Madonna. E fischi e urli e invettive sotto il palazzo vescovile, finchè Monsignor Vescovo, per rimettere la calma, non aveva fatto annunziare da uno de’ suoi segretarii che la processione era rimandata alla domenica seguente, tempo permettendo.
Visto che non piove, novella, 1915
La Bibirria
La casa sorgeva nel quartiere più alto della città, in cima al colle. La città aveva lassù una porta, il cui nome arabo, divenuto stranissimo nella pronunzia popolare: Bibirria , voleva dire Porta dei Venti. Fuori di questa porta era un largo spiazzo sterrato; e qui sorgeva solitaria la casa del Granella.
La casa del Granella, novella, 1905
Santa Croce
Alzò gli occhi, così pensando, a Girgenti che sedeva alta sul colle con le vecchie case dorate dal sole, come in uno scenario; e cercò nel sobborgo Ràbato, che pareva il braccio su cui si appoggiasse così lunga sdraiata, se gli riusciva scorgere il campaniletto di Santa Croce, ch’era la sua parrocchia. Aveva là presso un casalino, dove avrebbe chiuso gli occhi per sempre…
Il vitalizio, novella, 1901
Piano di Gamez
Era già lontana; lontana la voce, lontana la figura; e quella casetta, sulla cui facciata chiara in mezzo al Piano umido e nero si rifletteva la luna, e quel Piano stesso, il chioccolio della fontanella, e quelle anguste viuzze storte, nere, tutto il paese silenzioso nella notte, alto sul colle, sotto le stelle, ogni cosa gli parve come lontana ormai; gli parve come se egli da lontano, con tristezza infinita, con infinita angoscia contemplasse la propria vita che rimaneva lì, strappata da lui
I vecchi e i giovani, romanzo, 1909
Piazza San Domenico
Venendo su dal Rabato, per Piazza San Domenico notarono subito un movimento insolito lungo la via maestra. Quattro, cinque monellacci, correndo e fermandosi qua e là, strillavano il giornaletto clericale Empedocle, che pareva andasse a ruba.
I vecchi e i giovani, romanzo, 1909
Santo Spirito
Soltanto le monache della Badia Grande, affacciandosi alle grate a gabbia, avevano potuto vederla dall’alto, quand’ella veniva a prendere, sul vespro, un po’ d’aria nell’angusto giardinetto pensile della casa, ch’era addossata alla tetra, altissima fabbrica di quella badia, già antico castello baronale dei Chiaramonte.
I vecchi e i giovani, romanzo, 1909
Via Atenea
La larga strada del sobborgo, molto animata durante il giorno, restava poi, la sera, silenziosa e sola come una contrada di sogno, con le alte case in fila, su le cui finestre la luna rifletteva un verde lume qua e là.
L’esclusa, romanzo, 1901
Il Tribunale
In Piazza Sant’Anna, ov’erano i tribunali, nel centro della città, s’affollavano i clienti di tutta la provincia, gente tozza e rude, cotta dal sole, gesticolante in mille guise vivacemente espressive: proprietarii di campagne e di zolfare in lite con gli affittuari e coi magazzinieri di Porto Empedocle, e sensali e affaristi e avvocati e galoppini…
I vecchi e i giovani, romanzo, 1909