Gli Agostiniani ebbero un grande convento vicino alla chiesa di S. Sebastiano ( il prospetto principale dalla parte dell’ attuale piazzetta Sinatra) edificato intorno al 1550 (R. Pirro, Sicilia SM I a, 111, Venezia 1733) Nel 1776 l’edificio, in ossequio alla Bolla Instaurandae emanata dal Papa Innocenzo X nel 1644 (soppressione dei conventi con pochi frati e scarsi mezzi di sostentamento), venne chiuso e nel Novecento fu trasformato in Museo Civico per volontà, soprattutto di due grandi agrigentini: Giuseppe Sinatra e Giovanni Zirretta, che ne divenne il direttore. Il convento/museo era composto da un piano-terra, dove furono sistemati i reperti archeologici, da un piano inferiore, dove vennero collocati i pezzi archeologici e medievali più pesanti ed ingombranti, ed un primo piano che custodiva la Pinacoteca (con la Collezione Sinatra costituita da un centinaio di quadri, tra i quali spiccavano i 48 del paesaggista palermitano Francesco Lo Jacono e quelli di Francesco Camarda) e la Collezione Giudice composta soprattutto da crateri attici di gran pregio ( con l’inaugurazione del Museo Archeologico Nazionale di S. Nicola – oggi Museo Regionale)- il 24 giugno 1967 il materiale di epoca greca vi venne trasferito).
Da molti anni ormai l’ex convento degli Agostiniani è inutilizzato ed il materiale distribuito tra il monastero di S. Spirito ed il Collegio dei Filippini.
Dal 1779 gli Agostiniani utilizzavano un locale (G. Picone, Memorie Storiche Agrigentine, III, 794, Agrigento 1937), il quale era compreso approssimativamente tra l’attuale Palazzo Comunale e l’ex Collegio dei Filippini e divideva “a falce” il piano di S. Domenico, oggi piazza Pirandello. Per conseguenza la via Atenea veniva interrotta e, per continuare, bisognava dirottare per l’attuale via Amendola (S. Biondi, Agrigento Minore.., 51, Agrigento
1985). Dopo la cacciata dei Borboni e l’emanazione delle leggi Siccardi, il conventino fu espropriato e trasformato in carcere femminile, divenendo il Reclusorio (o Casa) del Trentatrè o di S. Giovanni di Dio (G. Picone, ibidem), L’edificio fu demolito nel 1864 per 1’ampliamento del piazzale di S.Domenico, oggi Piazza Pirandello (F.P Diana. Girgenti prima del 1860, in Akragas, II, 2 febbraio 1913).
Nino Sciangula