Il Consiglio comunale di Agrigento, ebbe il suo battesimo il nove giugno del 1860.
Le truppe garibaldine avevano da poco spazzato via i Borboni da gran parte della Sicilia e la città si era già data una nuova amministrazione che si affrettava a proclamare l’annessione di Girgenti al Regno d’Italia.
Il “Giornale Officiale di Sicilia” di sabato 21 luglio 1860 pubblicò il verbale di quella storica seduta, che riportiamo integralmente:
CONSIGLIO CIVICO DI GIRGENTI
Riunitosi la prima volta il Consiglio Civico di questa città di Girgenti. All’unanimità il Consiglio interprete del voto di tutti i cittadini proclama l’annessione di questo capovalle di Girgenti al Regno d’Italia sotto il governo costituzionale di S.M. Vittorio Emanuele II Re d’Italia.
Questo voto unanime di annessione sarà presentato da una deputazione nelle mani del Signor Generale Garibaldi in Palermo riconosciuto dalla Nazione intera e da questa Città Dittatore a nome di S.M. il Re Vittorio Emanuele.
Girgenti, 9 giugno 1860
I consiglieri:
Gaetano Nocito, Marchese Giambertoni, Giorgio D’Alia, Antonio Cardella, Zenobio Contino, Gaetano Amoroso, Giuseppe Serroy, Gaetano Carbonaro, Gaspare dottor Oliveri, Vincenzo Amoroso, Ottavio Dalleo, Canonico Carmelo Cacciatore, Fulvio Bonsignore, Beneficiale Giuseppe, Antonio Picarella, Amodeo Bonfìglio, Gaetano Gallo, Giuseppe Picone, Gregorio Gallo, Decenzio Lo Presti, Simone Amoroso, Giovanni Carbonaro, Gerlando Agozzino, Luigi Caglio Lamantia, Giuseppe Ippolito Lopresti, Onofrio Formica, Gerlando Scozzari, Gerlando Cacciatore, Federico Pace, Pasquale Mendola, Salvatore Sileci, Pietro Vullo, Panao Spalma, Fulvio Celau ro, Giuseppe Galifi barone di Ranciditi, Alessio D’Angelo, Salvatore Bonfiglio, Sebastiano Bianchini, Pasquale Vaccaro presidente; avvocato Antonino Lo Presti segretario.
La composizione del nuovo consiglio rispettava gli equilibri politici di quei giorni. Accanto ai migliori garibaldini, figuravano ancora alcuni esponenti della nobiltà scelti tra i meno compromessi con il vecchio regime e un canonico della Cattedrale.
I lettori avranno inoltre notato la presenza dello storico agrigentino Giuseppe Picone e di Gregorio Gallo padre di un altro illustre uomo politico della Città dei Templi, Nicolò Gallo ministro nel governo Giolitti. Non poteva mancare inoltre Sebastiano Bianchini, figlio di Giovanni, il generale che guidò i moti del 1848 a Girgenti.
Giuseppe Picone nelle sue celebri “Memorie storiche agrigentine ricorda la seduta del nove giugno 1860 sottolineando che il discorso inaugurale venne tenuto da Pasquale Vaccaro “che è plaudito” e che dal consiglio “è autorizzata l’organizzazione della guardia municipale, composta da dodici persone incluso il capo”.
Il consiglio provvederà ben presto a nominare le commissioni elettorali per lo svolgimento del plebiscito che si sarebbe svolto in tutta la Sicilia per l’annessione dell’Isola al Regno d’Italia. Solo nel febbraio del 1861 verrà anche nominata la prima giunta comunale presieduta da Giuseppe Picone.
Elio Di Bella