• Menu
  • Skip to right header navigation
  • Passa al contenuto principale
  • Passa al piè di pagina

Before Header

Agrigento Ieri e Oggi

Header Right

  • Home
  • In 5 Minuti
  • Agrigento Racconta
  • Attualità
  • Storia Agrigento
  • Storia Comuni
  • Storia Sicilia
  • Storia Italiana
  • Storia Agrigento
  • Storia Comuni
  • Storia Sicilia
  • Storia Italiana

Header Right

  • Home
  • In 5 Minuti
  • Agrigento Racconta
  • Attualità
girgenti panorama
girgenti panorama

Ad Agrigento nel 1911 il celebre il Congresso Nazionale contro l’Analfabetismo e la Delinquenza,

26 Dicembre 2016 //  by Elio Di Bella

brigan22

Agrigento, o meglio Girgenti, nel 1911 fu sede di un memorabile convegno il cui eco risuonò per diversi anni tra la collettività agrigentina producendo parecchi effetti benefici per la città e la sua provincia. Nel mese di maggio, dal giorno 21 al 25, si svolse il Congresso Nazionale contro l’Analfabetismo e la Delinquenza, punti dolenti della collettività agrigentina. Di quel che avvenne ne lasciò traccia il dottore Vincenzo Bonfiglio nel suo diario in appendice alle Memorie storiche agrigentine di Giuseppe Picone, seconda edizione, edita negli anni trenta e a cui mi rifaccio in parte. Da tempo a Girgenti si sentiva impellente l’esigenza di fare il punto sulla situazione dell’istruzione, ancora carente sia nel capoluogo che in provincia, e sulla delinquenza, diminuita a dire il vero, ma ancora rilevante. E la Città con i suoi personaggi di spicco si adoperò per la buona riuscita del Congresso.

In quei giorni Girgenti venne imbandierata a festa e i balconi di via Atenea, come da tradizione ancora vigente in occasione delle grandi solennità religiose, vennero adornati, come riferisce il Bonfiglio, da «eleganti arazzi» e ritengo da tovaglie dotali ricamate a mano. Si preparò tutto nei minimi particolari con grande partecipazione di persone di ambo i sessi. Il Teatro Luigi Pirandello, che allora si chiamava Regina Margherita, fu adattato, per l’occasione, a “gran sala di comizi”. Fu creata un’apposita Commissione scientifica con organizzazione centrale e periferica. Si provvide a propagandare l’avvenimento con il giornale Fervet Opus.

Venne costituito un Comitato Esecutivo con deputati e senatori siciliani, illustri professori universitari, alti magistrati, sindaci dei comuni della Sicilia e delle principali città d’Italia. Operò un ufficio di segreteria di cui fece parte l’avvocato Francesco Macaluso, e si istituì ad hoc un Comitato Agrigentino presieduto dall’avvocato Angelo Bonfiglio e composto dal provveditore agli studi, il professore universitario Francesco Scaduto e dal dottore Libertino Alaimo, quest’ultimo fondatore del giornale La Scopa.

In tutti i comuni della provincia si crearono dei sottocomitati chiamati a dare un contributo attivo agli studi del congresso. Gli studenti, per ordine ministeriale, furono esonerati dall’andare a scuola per i giorni del convegno.

Alle ore 12 del 21 maggio, l’onorevole Napoleone Colajanni, presidente del congresso, aprì ufficialmente i lavori pronunziando il discorso inaugurale.

Seguirono per tutto il pomeriggio studi sui vari temi proposti con la presenza di deputati, senatori, professori, magistrati e tanta gente comune che affollò la platea e i palchi. La sera, via Atenea e la Passeggiata, cioè il viale della Vittoria, furono illuminati a gran festa e nell’ emiciclo Cavour si succedettero diversi concerti musicali.

Nei giorni seguenti furono esposte diverse relazioni e la sera del 22 presso le scuole magistrali si offrì un banchetto per duecento persone. Giorno 23 i congressisti, in una pausa dei lavori, visitarono la Valle dei Templi con un cicerone eccezionale: l’illustre archeologo professore Antonino Salinas. La sera del 24 si fece gran festa alla villa Garibaldi con concerti musicali per tutta la notte. Giorno 25 il Congresso si chiuse e nel pomeriggio, infine, si organizzò una visita alla zolfara di San Giovannello. Molti furono i temi trattati nei cinque giorni del convegno.

Il Bonfiglio riferisce che gli atti del congresso purtroppo non vennero pubblicati. Riporta nel suo diario un elenco di relazioni ma tace sulle due relazioni pubblicate in quella storica occasione rispettivamente dall’avvocato Giuseppe Riccioli, sostituto procuratore del re in Siracusa e da Tommasso Mercadante Ferrara.

Tra i vari interventi meritano di essere ricordati quelli del professore Visconti del liceo Empedocle di Girgenti che relazionò sull’istruzione in Sicilia con speciale riguardo alla nostra provincia, quello di Napoleone Colajanni che parlò sull’analfabetismo e la delinquenza, del professore Francesco De Luca, il fondatore dei fasci siciliani ad Agrigento, che discusse sulle rapine, le estorsioni e i ricatti, del professore Frisco che evidenziò il problema dell’alcolismo dei genitori come fattore etiologico della delinquenza minorile e infine dei professori Carnevale e Fulci che approfondirono rispettivamente i fattori economici e morali alla prevenzione della delinquenza in Sicilia e, cause e rimedi degli omicidi che avvenivano nella nostra isola.

L’avvocato Riccioli, su incarico del Comitato Esecutivo Agrigentino, provvide a fare «accurate indagini sulla delinquenza di questo Circondario e sui rimedi che si ritengono adatti ed opportuni a prevenirla e reprimerla».

girgenti

Precisò che se è appurato che ci furono grandi progressi sostanziali in tal senso, è pur vero «che la Sicilia in genere e la provincia di Girgenti in specie, mantengono tuttavia il triste primato in materia di delinquenza». Lo studio pregevole del Riccioli che prende ben settantotto pagine, pubblicato dalla Stamperia Formica & Gaglio nel 1911 esaminò la delinquenza in tutti i Comuni della nostra provincia, studiò le cause della stessa trovandole nell’atavismo, nell’ambiente con il cattivo esempio, le cattive abitudini e la cattiva educazione, nell’ozio, nel gioco, nell’ubriachezza, nel fattore economico, nella cattiva organizzazione sociale e infine nell’analfabetismo.

Cercò poi di dare delle risposte e rimedi a tutto ciò ricordando per inciso il glorioso passato di Agrigento nelle scienze, lettere ed arti, menzionando Empedocle e concluse scrivendo che: «Gli agrigentini, fedeli conservatori delle loro gloriose tradizioni, continuatori di una civiltà che non si è mai spenta, non possono giustamente permettere che più oltre si calunni la loro terra natia. E’ giusto e santo che una lega si formi per combattere le due fatali piaghe della delinquenza e dell’analfabetismo».

Gli agrigentini spinti da tanti studi e fervore collettivo non mancarono di partecipare attivamente. Nella seduta del pomeriggio di giorno 24 venne menzionato uno dei nostri più illustri e rappresentativi personaggi di allora: Attilio Barbiera, nativo di Porto Empedocle ma dimorante ad Aragona. Conosciuto allora per le sue novelle, romanzi e rappresentazioni teatrali più di Luigi Pirandello, ed ora purtroppo quasi dimenticato, fu ricordato perché a differenza degli altri scrittori imperanti che divulgavano esagerando nei loro drammi la delinquenza siciliana, dette ‘ U gurgu, Don Cecè Sferlazza ed altre opere che con i drammi del Capuana e del Martoglio fecero parte del repertorio di Angelo Musco, l’artista del riso.

Al Congresso partecipò la donna più in vista di allora Rossana, al secolo la marchesa Zina Centa Tartarini, l’autrice del libro Sotto la ferula che relazionò Sulla grande funzione educatrice della donna nella vita, commovendo e spingendo ad agire l’elemento Femminile agrigentino intellettuale. In brevissimo tempo, lo stesso anno, merito di alcune donne con a capo la professoressa Rosina Vadalà-Bonfiglio venne fondata l’Unione Femminile Girgentina, la prima associazione femminile storicamente sorta ad Agrigento, facente parte dell’Unione Femminile Nazionale nata nel 1898. Scopo dell’Unione fu il miglioramento culturale, giuridico, economico delle donne del popolo.

L’opera consistette concretamente nell’organizzare una Scuola Festiva, un Laboratorio per fanciulle dai 12 ai 15 anni e un Ricreatorio con occasioni di recite rappresentazioni teatrali ecc..

Anche il grande scrittore dialettale Alessio Di Giovanni intrattenne i congressisti recitando le sue migliori poesie come Scinnennu a la pirrera e La minnitta. Scriverà più tardi nel 1939 che quella fu una «Indimenticabile serata». Ad Agrigento infine, nello stesso anno, probabilmente in occasione del congresso o per dare una nuova immagine della città, venne pubblicata ad opera del Comitato dei Forestieri, a cura di Sebastiano Crinò la Nuova guida di Girgenti con un’accattivante copertina in cromolitografia.

di Attilio Dalli Cardillo

Categoria: Storia AgrigentoTag: agrigento, delinquenza, girgenti

Post precedente: « Storia di Licata: la colonizzazione greca del territorio
Post successivo: La Girgenti di fine Ottocento del templare Virginio Rambelli »

Footer

Copyright

I contenuti presenti sul sito agrigentoierieoggi.it, dei quali il Prof. Elio di Bella è autore, non possono essere copiati, riprodotti, pubblicati o redistribuiti perché appartenenti all’autore stesso. È vietata la copia e la riproduzione dei contenuti in qualsiasi modo o forma. È vietata la pubblicazione e la redistribuzione dei contenuti non autorizzata espressamente dall’autore.

Disclaimer

Questo blog non rappresenta una testata giornalistica in quanto viene aggiornato senza alcuna periodicità. Non può pertanto considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n. 62 del 07/03/2001.

Privacy

Questo blog rispetta la normativa vigente in fatto di Privacy e Cookie . Tutta la docvumentazione e i modi di raccolta e sicurezza possono essere visionati nella nostra Privacy Policy

Privacy Policy     Cookie Policy

Copyright © 2023 Agrigento Ieri e Oggi · All Rights Reserved