In collaborazione con il Comune di Caltanissetta, il 3 giugno 2015 alle ore 17,30 presso la Biblioteca “Scarabelli”, in Corso Italia a Caltanissetta sarà presentato il libro “Toponimi agrigentino-nisseni tra cartografia e tradizione orale” di Angelo Campanella (Edizioni dell’Orso 2015). Interverranno: dott. Valerio Cimino, giornalista; prof. Luigi Santagati, architetto; prof. Luca Zambito, archeologo; prof.ssa Marina Castiglione, Università di Palermo, docente di Linguistica Italiana. Conclusioni dell’autore.
Dalla quarta di copertina:
“Questo repertorio toponomastico contiene tutti i toponimi urbani ed extraurbani dei comuni di Bompensiere, Canicattì, Castrofilippo, Grotte, Milena, Montedoro e Racalmuto. I dati presenti nella cartografia IGM sono stati integrati per mezzo di puntuali rilevazioni linguistiche sul campo. Il nucleo originario della presente raccolta si è costituito oltre un decennio fa nell’ambito dei rilevamenti per l’Atlante Linguistico della Sicilia. Ciascun toponimo è stato studiato dal punto di vista linguistico e storico con l’ausilio di un’ampia e complessa bibliografia. I toponimi sono preceduti da un approfondito saggio introduttivo, nel quale l’autore illustra dettagliatamente le questioni relative alla toponomastica alla luce della letteratura e dei più recenti studi.”
Profilo autore:
Angelo Campanella (Agrigento 1979) è docente di Lettere nei Licei. Oltre ad avere condotto studi di linguistica, è autore di romanzi e racconti. Ha pubblicato I racconti della nonna. Si racconta e si rappresenta (2010); Ora basta! Una storia di bullismo (2010); Paroliamo. Eserciziario di italiano (2011); La lunga vita di Creonte Re (2011); Le avventure di Ulisse (2013); Come gabbiani sull’acqua. Lampedusa tra due mondi (2014, Premio Speciale “Buttitta” per la Narrativa). Ha, inoltre, scoperto e pubblicato le poesie inedite dell’autore ottocentesco Nicolò Tinebra Martorana (2012) e ha curato un’edizione scolastica de “I promessi sposi” (2015).
Chi fosse interessato all’acquisto del volume, può rivolgersi alla libreria Mondadori Point presso il Centro Commerciale Le Vigne, che sarà presente all’evento con un banco di vendita.
Il libro è disponibile, inoltre, presso la Raccolta Civica di Montedoro (CL), a cura di Calogero Messana, e su Ebay, al seguente link:
http://www.ebay.it/itm/
“Toponimi Agrigentino- Nisseni”
Toponimi comuni a due province confinanti.
di Simona Cannella
.
Giorno 16 Maggio 2015 presso l’aula conferenze della Biblioteca del Comune di Milena “Falcone e Borsellino” si è tenuta la presentazione del libro “Toponimi Agrigentino- Nisseni” del Professor Angelo Campanella di Racalmuto. Sono stati in molti i milenesi che hanno partecipato alla presentazione del libro. Hanno relazionato il Sindaco Dott. Giuseppe Vitellaro, il professore Tommaso Palumbo, il professore dell’Università di Palermo Giovanni Rufino, l’autore del libro Professore Angelo Campanella e la Professoressa Simona Cannella.
Il Sindaco Dott. Giuseppe Vitellaro in questa occasione ha accolto la donazione del libro “Lingue e culture in Sicilia”, un’opera in due volumi pubblicata dal Centro di Studi Filologici e Linguistici curata del Professore Giovanni Ruffino e che lo stesso ha voluto regalare alla comunità milenese dopo aver apprezzato con entusiasmo la vastità della raccolta della Biblioteca Comunale, vantandone anche l’organizzazione e la cura con cui viene gestita dal Dottor Nunzio Insalaco. La conferenza si è aperta con i saluti del Sindaco Dott. Giuseppe Vitellaro che ha ringraziato anche a nome della comunità milenese il Professore Campanella per aver dedicato una parte delle sue ricerche al territorio di Milena, ai toponimi e alla nostra cultura che merita di essere ulteriormente studiata e conservata con grande cura. Il professore Tommaso Palumbo, attento cultore delle nostre tradizioni e del nostro patrimonio, ha illustrato l’impostazione del libro che presenta un’ampia introduzione dedicata alla spiegazione del termine toponomastica e al valore che questa ricopre per la società di riferimento; segue la classificazione e l’analisi, rigorosamente scientifica, delle diverse tipologie di nomi di luogo che, attraverso opportuni aerogrammi, vengono anche confrontate e percentualizzate. Viene posta l’attenzione anche sulla chiarezza del linguaggio e delle spiegazioni etimologiche che fanno del libro un’ottima fonte contemplabile non solo da linguisti e filologi, ma anche da storici, insegnanti, studenti, geologi, archeologi e lettori curiosi interessati al proprio passato e al proprio territorio.
Riporto di seguito una citazione sui toponimi ripresa dal Professore Palumbo volta a racchiudere il senso profondo della ricerca toponomastica che non deve essere vista come un’indagine superflua, ma come la testimonianza concreta che le generazioni passate ci hanno lasciato: “Il toponimo è il nome di un luogo, un nome che questo luogo ha avuto in un determinato momento della sua storia e che di questo luogo esprime una qualche cosa: l’esistenza di un bosco o di una palude, la casa di una famiglia, una certa attività che vi si svolgeva e via dicendo. Ecco allora che il toponimo si carica di un significato storico, che diventa di grande importanza, perché è capace di dare delle informazioni preziose, quasi uniche, e non comunemente individuabili nei documenti. I toponimi sono importanti reperti linguistici con lo stesso valore di quelli archeologici, di grande utilità per chi voglia ricostruire la storia di quel luogo o individuare qualche suo essenziale elemento. Essi, come fasci di luce, illuminano un pezzo del nostro passato che essendo minimo e quotidiano avrebbe rischiato di rimanere nel buio e che invece una precisa situazione ha permesso di recuperare. Facciamo dunque che non venga perduta tutta questa ricchezza.” (Mimma De Mario).
In riferimento all’importanza che la toponomastica riveste per una data comunità, l’argomentazione della Professoressa Simona Cannella si è incentrata sul rapporto che lega la toponomastica alla cultura di un popolo. La ricerca toponomastica implica studi attenti e rigorosi; ha come motivazione di base il rapporto uomo-ambiente, ma allo stesso tempo deve tenere in considerazione anche l’apporto delle scienze storiche, geografiche e geologiche poiché solo attraverso questa cooperazione riesce ad ottenere risultati con margini d’errore bassissimi. La Sicilia, fu terra di conquista ambita per la sua posizione centrale nel Mediterraneo, per le sue distese cerealicole, per la posizione favorevole e per il clima mite che l’ha sempre contraddistinta, pertanto dovette subire numerose conquiste nel corso dei secoli. Fu un calderone di etnie che ancora oggi vivono nei residui linguistici e toponomastici, a volte gli unici resti di civiltà che non hanno lasciato altre tracce evidenti della propria cultura. E’ in questi casi che una ricerca toponomastica analitica, ben condotta è stata in grado di riportare alla luce informazioni utili sui popoli, sulle etnie e sulle culture che si sono avvicendate fornendo, in tal modo, un supporto validissimo per l’antropologia. A proposito della complessità dell’analisi toponomastica siciliana riporto le parole che il Professore Caracausi usò ne: “La Stratificazione della toponomastica siciliana”: «Protesa come un ponte dall’Europa verso l’Africa, comodo asilo per chi navigasse da un capo all’altro del Mediterraneo, doviziosa di prodotti, la Sicilia fu già dall’età preistorica sede di traffici intensi e oggetto ambito di conquiste; di qui un avvicendamento etnico e un ricambio lessicale e toponomastico quale forse in nessun’altra regione d’Italia. Su chi voglia accingersi ad uno studio complessivo della toponomastica siciliana, finora da nessuno seriamente intrapreso, incombono difficoltà enormi e pericoli costanti di errore, giacché, senza il controllo del dato semantico, è fin troppo facile cedere al fascino di assonanze ingannevoli ed attribuire ad uno strato elementi di strato diverso». Bisogna precisare, però, che per toponimi non s’intendono solo i nomi di luogo cartografati, ma anche i nomi di luogo della tradizione orale, i quali, spesso, forniscono le informazioni più preziose.
Il Professor Ruffino, con il suo intervento, si è occupato di mettere in luce proprio l’importanza della toponomastica parlata, quella toponomastica che conserva la genuinità del dialetto e dunque l’originalità della forma, l’originalità della cultura che ha creato un nome di luogo. A tal proposito la linguista Petracco Sicardi scrive: “Il toponimo è un elemento essenzialmente linguistico, e separare la forma di tradizione orale dalla forma di tradizione scritta spezza l’unità del segno e diminuisce la possibilità di spiegazione etimologica”. La forma tradizionale dialettale è l’unica che può farci capire il vero senso dell’attribuzione toponomastica; purtroppo, però, molto spesso si incorre in italianizzazioni che finiscono per diventare fuorvianti per l’indagine toponomastica facendoci incappare in errori di attribuzione. Milena, come molti altri piccoli centri rurali della Sicilia, possiede una micro toponomastica ricchissima, soprattutto dialettale, che, purtroppo, come evidenzia il Professore Ruffino, non essendo documentata nelle cartografie, rimane solo patrimonio popolare della gente del luogo, con il rischio di andare persa definitivamente, insieme alla cultura che l’ha generata.
La conferenza viene conclusa con la presentazione del Professore Campanella che espone le vicende che hanno portato alla pubblicazione del suo libro spiegando come questi studi lo abbiano tenuto impegnato per circa un decennio; studi sistematici che ha condotto con l’apporto della gente locale del singoli Comuni presi in esame. Il nucleo originario del libro, infatti, prende corpo nell’ambito dei rilevamenti eseguiti per l’Atlante Linguistico della Sicilia e successivi alla tesi di Laurea fatta sotto la guida del Professore Ruffino. Il saggio cataloga tutti i toponimi urbani ed extraurbani cartografati e non, dei Comuni di Racalmuto, Grotte, Castrofilippo, Canicattì, Montedoro, Bompensiere e Milena. Bisogna mettere in evidenza come la storia di Milena differisca notevolmente da quella dei paesi limitrofi, distinguendosi per la caratteristica organizzazione urbana in robbe, che, nella loro unicità racchiudono le nostre origini e ci possono permettere di risalire alle tradizioni arcaiche, ai costumi, al folclore. Le attribuzioni toponomastiche delle nostre robbe seguono criteri vari poiché molte derivano da soprannomi, altre da cognomi, altre ancora tengono in considerazione la conformazione del luogo e gli elementi in esso presenti, riflettendo una società viva che si osserva e osserva i luoghi in cui si trova a vivere interagendo con l’ambiente naturale.
Attraverso i nomi di luogo di una zona, dunque, si può capire meglio anche il modo di vivere di una data comunità e con analisi attente e approfondite si possono riscoprire singole storie di persone che hanno vissuto per la propria terra, che l’hanno amata e sentita parte della propria vita tanto da denominarla. Dare il nome non è un gesto banale, è uno dei gesti che l’uomo fa quando si rende conto che qualcosa è di sua proprietà, la possiede a tal punto che si ci sente legato e in tal modo vuole distinguerla dalle altre; dare il nome significa dare la propria impronta a una realtà. L’uomo ha necessità di denominare i territori in cui s’installa perché in quei luoghi forma la propria famiglia, la propria cultura e quei luoghi racchiudono le sue origini, ciò che lui è stato, è e sarà. Non a caso tutti i più grandi autori hanno sempre narrato, cantato e descritto i posti più importanti del loro percorso e della loro vita perché hanno creato il loro immaginario, perché hanno contribuito a far nascere e maturare quel poeta che ci ha lasciato in eredità il proprio pensiero arricchendo la nostra cultura e noi stessi.
Cultura e toponomastica sono elementi inscindibili pertanto per avere una conoscenza completa della prima si deve avere conoscenza completa dei luoghi in cui quella cultura è nata e si è formata. Riporto, dunque, a conclusione delle parole, quelle del Salinas, che racchiudono ciò che noi siciliani siamo: «…in tutta questa mescolanza di elementi, alcuni dei quali non operarono mai nel resto d’Italia, le arti di Sicilia hanno l’impronta di un genio proprio, dovuto alla singolare natura di questa terra e di questo cielo e alle sorti singolari di tanti popoli che lasciarono nell’isola le vestigia di lor dimora».
fonte https://milocca.wordpress.com/2015/05/26/toponimi-agrigentino-nisseni/